Articoli taggati metafisica
Leggere Sloterdijk e ricomprendere Heidegger
Uno studioso di scienze umane non può che gustare attentamente il libretto di Peter Sloterdijk Negare il mondo? Sullo spirito dell’India e la gnosi occidentale. Gustare il piacere di trovare in poche pagine un chiarissimo intreccio delle più complesse questioni esistenziali dell’antichità ma anche del mondo contemporaneo, cioè di sempre perché appunto “esistenziali”, congenite all’esistenza umana, universali per noi. Un intreccio che Sloterdijk, naturalmente, ha saputo creare grazie alle sue conoscenze degli ambiti più diversi e all’originalità del suo sguardo teoretico. Molti temi del saggio provengono infatti da autori celebri come Wittgenstein o Heidegger, ma sono stati rimodellati … Continua a leggere »
Geo-tecnica come metafisica
Cartografie metafisiche
In un corso del ‘35, Einführung in die Metaphysik, Martin Heidegger annuncia la morsa che stringe l’Europa:
Questa Europa, in preda a un inguaribile accecamento, sempre sul punto di pugnalarsi da se stessa, si trova oggi nella grande morsa [in der großen Zange] fra la Russia da un lato e l’America dall’altro. Russia e America rappresentano entrambe, da un punto di vista metafisico, la stessa cosa: la medesima desolante frenesia della tecnica scatenata e dell’organizzazione senza radici dell’uomo massificato1.
La situazione geo-metafisica odierna non è poi cambiata di molto. La morsa o … Continua a leggere »
Intelligenza / Fenomenologia
Le due parole che danno il titolo al numero 19 della nostra rivista intrattengono tra loro legami e convergenze che vanno al di là dell’ovvio ambito filosofico nel quale si collocano. La parola intelligenza ha infatti molti e diversi significati ma indica certamente anche la comprensione quanto più ricca e operativa di ciò che nel mondo si dà, appare, si manifesta. A sua volta fenomenologia si riferisce certo e in primo luogo alla più coerente e radicale metodologia filosofica contemporanea –quella inaugurata da Edmund Husserl– ma ha un significato anche ontologico, magistralmente colto da Martin Heidegger quando insiste sulla … Continua a leggere »
La Metafisica nel pensiero di Heidegger
Martin Heidegger è rimasto sempre fedele al metodo in cui la fenomenologia consiste, pur nella peculiarità e radicalità dell’uso che ha fatto dei contenuti fenomenologici. A testimoniarlo sono alcuni dei concetti fondamentali della sua filosofia: la verità come apparire e manifestazione, e non come rappresentazione costruita da un soggetto; il tempo come unità estatica del divenire, e non come segmenti discreti e quantizzanti; l’Ereignis come oltrepassamento della separazione tra mente e mondo.
Nella prospettiva heideggeriana la domanda guida (Leitfrage) chiede che cosa sia l’ente, la domanda fondamentale (Grundfrage) si interroga su come accada (… Continua a leggere »
De Chirico e i volti della metafisica
Giorgio de Chirico torna a Genova dopo venticinque anni dalla mostra del 1993 che segnava la rinascita della città con il restauro di Palazzo Ducale. Altrettanto simbolicamente il Pictor Optimus compie, a quarant’anni dalla morte e nel centenario del suo discusso e apparente volte-face nei confronti del periodo metafisico, l’ennesima tappa di un viaggio senza fine.
La scelta di un percorso tematico, piuttosto che cronologico, attraverso stanze metafisiche in cui passato presente e futuro sono trama dell’eterno, segna la cifra esistenziale ed estetica che la mostra intende percorrere con passaggi apparentemente enigmatici. Il viaggio e il ritorno sono termini … Continua a leggere »
Platone, la filosofia
Platone è la tenacia della mente che mai si ferma nel domandare fino a che non pervenga alla chiarezza del concetto, all’apprensione più completa possibile degli enti, degli eventi e dei processi. Anche per questo Emerson riteneva che Platone fosse la filosofia e Whitehead aggiungeva che la storia del pensiero può essere considerata un lungo commento al filosofo greco. Qual è il senso di queste iperboli? Platone è un dispositivo di conoscenza, un’autentica macchina concettuale che a ogni parola genera visioni, domande, prospettive. Platone è l’indagine che racchiude il gaudio e l’inquietudine, la vita stessa nelle sue potenzialità liete e … Continua a leggere »
Il reddito della vergogna. La narrativa triestina di Giuseppe O. Longo
Questo scritto si incentra sul romanziere triestino (romanziere e molte altre cose ancora) Giuseppe O. Longo. Nato a Forlì ma residente a Trieste fin dalla prima adolescenza (dal 1955 per la precisione), Giuseppe O. Longo rappresenta un caso forse più unico che raro di scrittore autenticamente triestino, e tuttavia non propriamente indigeno. Uno scrittore, cioè, radicato nel contesto, attento e sensibile alla realtà locale, e tuttavia spurio e ‘foresto’ di nascita. Vengono immediatamente in mente le aspre parole pronunciate da Umberto Saba nel “Discorso” pronunciato a Trieste il 19 ottobre 1953, in occasione dei festeggiamenti per il suo 70 compleanno … Continua a leggere »
Frammenti sul concetto di nulla
Questi frammenti si propongono di approssimarsi a un concetto di nulla passando attraverso visioni filosofiche di diverso periodo e genere da mettere a confronto con l’esperienza speculativa e poetica leopardiana, poggiando sulle analisi di Emanuele Severino. L’idea di nulla che si vuole porre e riscontrare in molteplici ambiti del pensiero umano è quella di una totale assenza di attributi e determinazioni che però ne rivela anche la funzione costitutiva del reale.
Proponendo lo studio dell’essere del nulla (ontologia) in base ai suoi fenomeni (fenomenologia) si intende proprio come il nulla intervenga in modo intimo e costitutivo nella realtà … Continua a leggere »
Il ministro della Muraglia
Una luce sanguigna si riverbera dalla scrittura di Longo, sorge dalle parole, dal loro suono, si addensa nei significati, splende di potenza cromatica e di esatta e appassionata armonia fonica. Come in ogni grande scrittura, in ogni scrittura vera, non si dà più differenza o salto tra quanto viene narrato e il modo del dire, come se la verità del mondo germinasse da sé, dalle parole stesse, dall’eco che esse sono di «un certo canto e un’armonia che vengono da un tempo così lontano che il tempo non c’era ancora» (p. 31). La nostalgia di questo canto è la letteratura.… Continua a leggere »
Giuseppe Rensi e la domanda etica fondamentale
«Se si eccettuano alcuni casi aberranti, l’uomo non è propenso al bene; quale dio ve lo spingerebbe?»1. Questa domanda, con cui si apre Il funesto demiurgo di Emile Cioran, è una buona formulazione di quella che si potrebbe definire la domanda etica fondamentale. Più che determinare i beni e i valori, o individuare un criterio per distinguere il bene dal male, urge risolvere un’altra questione: perché fare il bene? Perché essere morali? Il porsi di questo problema è chiaramente legato all’evoluzione del pensiero degli ultimi decenni. Nel corso dei secoli, l’occidente ha risposto a quella domanda elaborando … Continua a leggere »