Visioni
Accardi, la luce e gli altri
Lievità. È questo uno degli elementi forse meno osservati ma più intrinseci all’arte contemporanea. Una sottrazione di peso, di strutture, di messaggi che lascia scorrere la materia e le forme in flussi molteplici, luminosi, ludici. Di tale leggerezza, Carla Accardi è una protagonista. Le opere esposte al Palazzo Valle di Catania percorrono l’intero itinerario dell’artista dagli anni Cinquanta al presente. Una grande installazione nel cortile del Palazzo –Vie alternative, 2010- accoglie il visitatore col suo bianco e nero elegante e giocoso.
«Dare vita a un’immagine astratta, oggettiva, primaria e libera» è l’obiettivo che Accardi raggiunge attraverso segni … Continua a leggere »
Robert Capa
Cinquanta fotografie di cinque guerre. Gli occhi di un uomo che le racconta. Sono quelli di Robert Capa (1913-1954)1. La prospettiva è la sua ma diviene universale e chi guarda si ritrova nella storia, cammina nel tempo della follia, sente gli sguardi disperati, vede il rumore sordo della morte, si muove nell’immobilità di corpi senza vita, osserva l’insensatezza della ragione omicida, sfiora l’ingiustizia sul corpo assassinato, percepisce il sudore di certa gioia. E comprende: la paura originaria, l’istante prima della morte, la sofferenza radicale, la tristezza estrema, l’affrancamento dall’orrore. Disorientano quelle foto, perché gettano in uno spazio … Continua a leggere »
Filottete
Attraversando il mare che separa la piana di Troia dall’isola di Lemno, una nave approda in questo luogo solitario, abitato da uccelli e da fiere. Un solo umano ne percorre gli spazi. Un umano solitario che è Filottete, l’eroe acheo al quale il morso di un serpente ha ridotto il piede a fetida cancrena e la voce a un urlo disperato di dolore. Per questo i suoi compagni lo lasciarono dieci anni prima nell’isola, non sopportando il fetore della piaga e lo strazio della gola. Ora però gli achei sono costretti a tornare. Un oracolo ha spiegato che senza … Continua a leggere »
Madama Butterfly
Quando si deve recensire Madama Butterfly non si può fare a meno di chiedersi come soppesare la forza teoretica del libretto con la straordinaria musica di Puccini. Se poi gli artisti coinvolti nella rappresentazione sono bravi a tal punto da incarnare i personaggi, facendo della finzione la realtà, e il loro cantato permette a ognuno l’isolamento riflessivo pur se in una sala gremita di gente che applaude per ben tre volte a scena aperta, allora la questione originaria si fa senza dubbio più complessa.
Che cosa affascini di Cio-Cio-San forse si può comprendere. Questo ostinato attaccamento alla verità scelta, questa … Continua a leggere »
Corpo celeste
Marta ha 13 anni. Gli ultimi dieci li ha vissuti in Svizzera. Ora è tornata a Reggio Calabria con la madre, che lavora di notte in un panificio, e con la sorella diciottenne che è molto gelosa di lei e la detesta. Il padre non c’è ma ci sono tanti zii. Marta perlopiù tace. Guarda il mondo dall’alto di un piano non finito della casa dove abita, dall’alto dei ponti, dall’alto della profonda estraneità che sente nei confronti di un ambiente che lei non giudica, che forse non comprende, che le appare nell’orribile distesa del paesaggio urbano di Reggio, … Continua a leggere »
Arcimboldo
Nei modi suoi propri -e quindi palesi, visibili, materici- l’arte figurativa è sempre stata compagna delle grandi narrazioni filosofiche, religiose, scientifiche. C’è un artista che di sé e della propria opera ha fatto un’espressione tra le più riuscite e originali di questo incrocio di forme estetiche e concettuali: Arcimboldo. Nato a Milano nel 1526, fu tra i protagonisti della vita di corte degli Asburgo a Vienna e soprattutto a Praga, prima di tornare nella sua città, dove morì nel 1593.
Il XVI secolo è quindi il tempo di questo artista visionario, lieve, ironico, che due autoritratti descrivono compiutamente. Il primo … Continua a leggere »
Pagliacci
A Genova l’orchestra del Teatro Carlo Felice è senza dubbio un fiore all’occhiello della città. Per quanto retorico possa apparire, è bene ricordare che la musica non ha nulla di strumentale. Non è a servizio di qualcosa. È forse, tra tutte le arti, la meno asservita alla funzione e alla forma. È libera e rende liberi attraverso la sospensione catartica di ogni esistenziale. Abilità e conoscenza musicale non bastano affinché il ritmo, l’armonia, la melodia e il loro rapportarsi geometrico possano dare tanto. È necessario quell’in più che fa del musicante un musicista e che non è classificabile se non … Continua a leggere »
Habemus Papam
Il collegio cardinalizio, il club più esclusivo del mondo, è composto da un centinaio di vegliardi che vivono il proprio momento di gloria a ogni morte di papa, quando questo gruppo di persone è chiamato a eleggere il nuovo pontefice. L’intero pianeta politico e mediatico si mobilita in tale occasione. L’antico rito delle schede bruciate dopo ogni tornata di voto -fumata nera, fumata bianca- si ripete e viene registrato dalle televisioni di tutto il mondo. Ma che cosa accade? Accade che allorché il cardinal Bollati annuncia l’Habemus Papam il neoeletto ancora non apparso ai fedeli comincia a urlare, fugge, … Continua a leggere »
Finale di partita
Ci è pur sempre concesso di dare un significato alla nostra vita. Almeno in teoria. Il nostro ridere e piangere, che non ha più nulla né di eroico né di sublime, si è stancato di combattere con i possibili nomi da dare alle cose. Così, finiamo per sovraccaricare di significato le cose stesse o, occasionalmente, ricordare quelle passate e sperare in quelle future. Samuel Beckett ci parla della verità senza schermi né dolcificanti, attribuendo ai suoi personaggi disillusi e a tratti monotoni i colori spenti della quotidianità. Che si tratti dell’estenuante attesa di Aspettando Godot, dell’esasperato sentimento del niente … Continua a leggere »
L’amore, la guerra
La più grande tra le passioni -l’amore- è una forma di guerra mortale fra i sessi, più simile all’odio che all’amicizia. Questa la tesi di La Rochefoucauld, che Nietzsche e Strindberg faranno propria: «non c’è passione dove l’amore di sé domina così potentemente come nell’amore; e si è sempre più disposti a sacrificare la tranquillità di chi si ama che a perdere la propria»1. Due testi messi di recente in scena al Piccolo Teatro di Milano sembrano confermare questa intuizione.
Nel silenzio delle sale si aggirano leggendo i nomi sulle superfici. Superfici di che cosa? Sembra un museo … Continua a leggere »