Temi
Dall’ascolto al dialogo. Un esempio di best practice: la MNR
1. L’ascolto, questo sconosciuto
L’interesse nei confronti del dialogo si è esponenzialmente accresciuto per combattere gli effetti di un’epoca di ipercomunicazione caratterizzata dall’assenza di un’autentica comunicazione fondata sull’ascolto tout court.
16 aprile 1979- Non incomunicabilità ma ipercomunicabilità. O forse incomunicabilità a causa della ipercomunicabilità. Si comunica troppo. Forse si cerca tanta comunicazione per mancanza di comunicazione profonda: ma la troppa comunicazione aumenta l’incomunicabilità, la solitudine, il silenzio. Siamo sommersi dalle comunicazioni1.
Se quanto sostenuto da Fersen nel ’79 era vero, oggi lo è ancora di più e fa apparire quella riflessione meno vera e più … Continua a leggere »
Scuole innovative. Nuovi scenari
Il termine innovativo è tra quelli più usati (e abusati) degli ultimi anni1. Tutto è o deve essere innovativo e così anche le scuole.
Ma cosa si intende per scuole innovative? Può oggi una scuola non essere innovativa?
Per rispondere a queste domande possiamo iniziare partendo dalla definizione che emerge dalla lettura del bando del Concorso di idee #scuoleinnovative, avviato a maggio del 2016 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca2. Al paragrafo 1.2 del bando si legge che l’obiettivo del concorso «è quello di acquisire idee progettuali per la realizzazione di … Continua a leggere »
Lo si pensa ma non lo si dice: le verità scomode sull’università
Sono stato a rimuginare per settimane e settimane su quanto successo all’università di Catania: le riflessioni si affollavano in testa ma ogni volta che ho cercato di esprimerle in qualche abbozzo di analisi degli avvenimenti si scatenava una così fitta selva di commenti indignati da parte di chi vede per lo più l’università come una accolita di truffatori, baroni e mestatori, da dissuadermi dal continuare. Così mi sono astenuto dallo scriverne per esteso, aspettando tempi migliori, quando gli animi si sarebbero placati, la situazione fosse divenuta più chiara e sarebbe stato utile fare una riflessione serena su quanto … Continua a leggere »
Cultura dell’(auto)valutazione: promuovere la riflessione per il miglioramento scolastico
Perché autovalutarsi e farsi valutare?
Partendo dal vertice di una struttura organizzativa complessa quale l’istituzione scolastica, una delle dimostrazioni più valide di un dirigente scolastico è data dalla capacità di sapersi assumere la responsabilità della valutazione sia del proprio operato che della struttura educativa che dirige, dalle risorse strumentali e umane che ne fanno parte fino agli effetti dell’operato delle stesse. Progettare, programmare e pianificare lo sviluppo della qualità formativa di una scuola, infatti, non può prescindere da una riflessione sul proprio agire e agito; non può esulare dal confrontare la propria politica educativa con gli obiettivi che … Continua a leggere »
Miti e riti nella scuola italiana: quando il debito è formativo (I parte)
Perché si rimanda
Chissà se l’estensore dell’Ordinanza Ministeriale n. 92, emanata dal tunc Ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni il 5 novembre 2007, che all’art. 7 comma 1 introdusse formalmente nel lessico giuridico scolastico italiano la locuzione “sospensione del giudizio”, era consapevole della veneranda pregnanza filosofica di una siffatta espressione? La saggia cautela propugnata da Pirrone di Elide e fatta propria da René Descartes ed Edmund Husserl, come metodo ineludibile per rifondare su solide basi la filosofia e le scienze, o quanto meno chiarificarne i concetti, era destinata a informare di sé e a lasciare un’impronta indelebile nel frenetico … Continua a leggere »
Scuola e Museo: progettare e valutare itinerari didattici per la valorizzazione del patrimonio culturale
Lo studio empirico degli eventi presenti nell’azione educativa caratterizza la pedagogia sperimentale come disciplina rivolta all’indagine dei fenomeni educativi. La ricerca in campo pedagogico può avere implicazioni non solo negli ambiti più vicini alla didattica generale, ma anche in ambito museale, partendo dall’attività educativa del museo fino ad arrivare all’analisi degli aspetti affettivi e cognitivi1.
Le Indicazioni Nazionali per il curricolo2 suggeriscono l’integrazione dei percorsi didattici con il contributo del patrimonio culturale e scientifico presente sul territorio ed esterno all’istituzione scolastica. Il docente del nuovo millennio, seguendo le suddette Indicazioni, realizza un percorso metodologico condiviso … Continua a leggere »
La memoria come risorsa ermeneutica: ricordo, oblio e senso del vissuto
«Ut nihil non iisdem verbis redderetur auditum»1: citando a memoria questo passo tratto dalla Naturalis historia di Plinio il Vecchio, Ireneo Funes accoglie il lettore che, introdotto da Borges, si reca a fargli visita. Un dettaglio sorprende il narratore: Funes non conosceva il latino, e la sua unica fonte di apprendimento erano stati dei testi studiati e restituiti al proprietario «quasi immediatamente»2. A seguito di un incidente Funes ha smesso di dimenticare e il presente è diventato «quasi intollerabile per la sua ricchezza e nitidezza, così come i ricordi più antichi e banali»… Continua a leggere »
Né naturale né artificiale ma tecnologica e cooperativa. L’intelligenza collettiva come processo sociotecnico
Le scienze sociali che si sono occupate dei micro comportamenti collettivi – come la psicologia sociale o sociologia dei gruppi – hanno sempre sottolineato come le caratteristiche cognitive umane vengano a modificarsi nel momento in cui il pensiero individuale si confronta con il pensiero di gruppo. Esistono diverse ricerche in questo senso come gli studi di Solomon Asch sulla pressione del conformismo sulle capacità cognitive umane1oppure gli studi sui frames di Erving Goffmann, secondo cui le persone usano le proprie esperienze sociali per completare le informazioni mancanti nella definizione di una situazione2.
La Fenomenologia come ontologia del tempo
Fenomenologia è temporalità
Il tempo è la questione stessa della fenomenologia. Husserl lo afferma e lo ripete di continuo.
Lo fa ad esempio in Erfahrung und Urteil (Esperienza e giudizio) dove scrive che «tutti gli individui percepiti e mai percepibili hanno in comune la forma del tempo. Questa è la forma fondamentale, la forma di tutte le forme, il presupposto di tutte le connessioni che costituiscono un’unità. Forma significa qui però fin dapprincipio il carattere che necessariamente precede ogni altro nella possibilità di un’unità intuitiva» (ES, § 38, p. 393; i corsivi sono sempre di Husserl)1… Continua a leggere »
Merleau-Ponty e il senso incarnato: una terapia fenomenologica per le scienze del linguaggio contemporanee
Introduzione
Negli ultimi trent’anni si sono moltiplicate le teorie che enfatizzano l’importanza del corpo nello svolgimento delle facoltà considerate superiori come il pensiero e il linguaggio, teorie solitamente raccolte sotto l’etichetta di embodiment. Infatti, contro la tendenza in filosofia analitica a considerare quest’ultimo un insieme di simboli astratti che veicolano un pensiero preesistente – affermatasi in modo definitivo con Frege – già negli anni Ottanta iniziavano a levarsivoci come quella del filosofo Mark Johnson, che sosteneva che senza le strutture incarnate della cognizione non si può comprendere il modo di significare tipico dell’uomo1. In poco tempo, … Continua a leggere »