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Briciole di libertà nella Recherche

 

Passato, presente, libertà

Quanto influisce il passato sul presente? Saremmo tentati di rispondere in modo totale. Soprattutto se si considera la questione da un punto di vista antropologico, la misura in cui cioè il tempo che siamo stati determina l’attualità del nostro vivere. Troppo difficile sarebbe anche solo tentare di individuarne le dirette conseguenze ed è infatti da un’altra angolatura che vorrei guardare alla cosa. Non tanto alla qualità del passato, dolorosa, gioiosa o funesta che sia, bensì alla sua quantità. Mi riferisco al numero di anni che ci prolungano sul presente, la scia di ricordi che ci … Continua a leggere »

Le libertà nelle fichtiane Vorlesungen über die Bestimmung des Gelehrten

 

È libero solamente chi vuole rendere libero tutto quel che gli sta intorno1.

 

Qual è la missione del dotto oggi? Qual è la sua collocazione nella societas, nella comunità in cui è posto? Domandarsi quale sia il ruolo dell’intellettuale, la sua Bestimmung, è di vitale importanza anche in relazione al presente. Analizzeremo alcuni aspetti delle Vorlesungen fichtiane che rispondono in modo chiaro – come chiaro, rigoroso, profondo e sensato è ogni filosofare autentico – ai quesiti posti in apertura. La filosofia non si ferma mai alla Urfrage, fase fondativa del domandare, … Continua a leggere »

Nietzsche, I ditirambi di Dioniso. Una traduzione

 

Nietzsche compose poesie sin da giovane. Molte risalgono al periodo dello Zarathustra, compresi alcuni dei Dionysos-Dithyramben. Le ultime correzioni risalgono ai giorni tra la fine del 1888 e l’inizio del 1889. Il 3 gennaio spedì al suo collega e amico Franz Overbeck, a Basilea, uno dei cosiddetti Wahnbriefe, biglietti della follia. Overbeck partì subito per Torino, dove Nietzsche abitava, ma riuscì ad arrivare solo il 6. Non c’erano ancora i trafori ferroviari del Gottardo e del Sempione, dovette passare le Alpi in carrozza a cavalli, in pieno inverno.
Nietzsche era in condizioni di estrema euforia. Venne prima … Continua a leggere »

Nietzsche e il metodo storico nella teoria di Darwin

 

Stephen Jay Gould conduce, nel capitolo XI del monumentale volume La struttura della teoria dell’evoluzione, una significativa riflessione circa «l’importantissima proposizione di Nietzsche sul metodo storico»1. Non si tratta di una digressione peregrina. Il paragrafo dedicato a Nietzsche è collocato in posizione centrale all’interno di un capitolo che descrive l’itinerario di integrazione, nell’ambito della biologia evoluzionistica, tra funzionalismo e strutturalismo; a partire dalla “scienza della forma” di D’Arcy Thompson, fino alle formulazioni più recenti, da parte di Gould e colleghi, dei concetti di spandrel2 ed exaptation3.
Momenti fondamentali di tale percorso, esaminati in … Continua a leggere »

Dall’azione alla cognizione. La struttura temporale dell’esperienza tra corpo e memoria

 

Un teatrino di marionette
immerse nei colori immateriali degli anni,
di marionette che esteriorizzavano il Tempo:
il Tempo che, d’ordinario, non è visibile,
che per diventar tale va in cerca di corpi
e che, dovunque li incontra, se ne impossessa
per mostrar su di loro la propria lanterna magica.

Proust, Il tempo ritrovato

 

L’enigma del tempo

Il tempo, la coscienza del suo scorrere e, prima ancora, della sua realtà, hanno una consistenza innegabile nella vita quotidiana e nella fenomenologia dell’esperienza. Non solo, infatti, tutti gli organismi sono regolati da intrinseci ritmi cronobiologici – circadiani, infradiani e ultradiani, interditali, lunari e … Continua a leggere »

Metafisica del Dasein in Eugenio Mazzarella e Martin Heidegger


Umanismo, antiumanismo, ultraumanismo

Il discorso heideggeriano -perché discorso e non sistema è una filosofia sempre aperta, asintotica, in cammino- ha un «carattere di cenno, di comunicazione di un appello», di una «povertà [che è] anche la sua ricchezza»1. A questo discorso Eugenio Mazzarella dedicò nel 1981 un libro che non solo «piccolo o grande che sia, ha avuto un suo destino negli studi heideggeriani» (9) ma che a quarant’anni di distanza mostra una freschezza, una perennità, una fecondità che appaiono evidenti e che hanno molte ragioni. Tra queste certamente l’acutezza ermeneutica e la profonda competenza che spazia all’interno … Continua a leggere »

Avventure e disavventure del corpo

 

I Greci

Diciamocelo pure. Nella nostra vita, quotidiana o immaginata che sia, è il corpo a farla da padrone. Anche la lunga emergenza sanitaria che stiamo vivendo, da ormai quasi due anni, ci conferma, quando addirittura non amplifica, il ruolo da protagonista del corpo – certo, un corpo medicalizzato o che oppone resistenza ad esserlo, ma pur sempre un corpo.
Né siamo di fronte a una novità, soprattutto se si pon mente a quanto accaduto oramai svariati secoli or sono con la rivoluzione scientifica, vero e proprio movimento di crescente naturalizzazione o, se si vuole, di sempre più evidente … Continua a leggere »

«È il nascere che non ci voleva». Introduzione a David Benatar

 

Un lavoro di filosofia impopolare

Non c’è nulla di misantropico nel riconoscere che sarebbe meglio non essere mai nati. Al contrario, diffidare di ogni forma di esistenza, dell’animalità umana come di quella non umana, rappresenta l’atteggiamento filantropico più onesto che si possa assumere. È questa la tonalità che David Benatar assume nel riconoscere che la vita «è sempre un male»1 e che non esserci, pertanto, sarebbe stata una condizione di gran lunga preferibile a quella dell’esistenza. Inizia col nascere la nostra permanenza nel mondo, prosegue pervasa dal dolore e dalla sofferenza, per concludersi con la morte. … Continua a leggere »

Mente Corpo Tempo in Di Spazio. Uno studio non convenzionale del Quando

 

Fuori dal tempo, nella Mente Errante

«Dove e come si studia la medicina del Quando1 chiede Vincenzo Di Spazio, medico psicosomatico, promotore di una metodologia clinica olistica, notando come le scienze mediche trascurino la fondamentale questione del Tempo e ignorino quanto possa essere utile anche per esse affrontarla. Di Spazio, che invece è consapevole dell’importanza di una medicina del Quando, conduce la sua ricerca sul rapporto esistente tra l’evoluzione temporale dei vissuti umani e i mali di cui soffrono gli individui. La sua indagine implica perciò un riconoscimento fondamentale che la rende innovativa, profonda e proficua: il riconoscimento … Continua a leggere »

Mostri, parassiti e molteplicità del vivente in un mondo senza miracoli. Uniformità della natura e delle sue leggi nell’opera di Antonio Vallisneri

 

L’imporsi della nuova scienza nel Seicento diffuse il paradigma meccanicistico e, con esso, la convinzione dell’universalità, della necessità e dell’uniformità delle leggi naturali. Questo modello prese avvio dalle scienze fisico-matematiche, ma, con i dovuti adattamenti e le conseguenti specificità epistemologiche, non mancò di egemonizzare, almeno per la maggioranza degli autori progressisti e antiaristotelici di questi settori, anche le scienze mediche, naturalistiche e della vita. Casi esemplari in Italia, limitandosi ai più noti, furono Giovanni Alfonso Borelli, Giorgio Baglivi, Marcello Malpighi e Antonio Vallisneri, che di Malpighi fu allievo a Bologna dal 1682 al 1684, laureandosi però poi in Medicina … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 -

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