Temi

Fenomenologia, scienze e libertà. Una riflessione

 

Crisi

In un articolo del 1955 intitolato Einstein e la crisi della ragione Merleau-Ponty scrive che se con la definizione di spirito classico si volesse intendere quel pensiero che dà per scontata la razionalità del mondo, Einstein sarebbe allora l’ultimo esponente dello spirito classico e l’esponente più radicale. Perché? Perché mentre il pensiero classico poteva contare su una infrastruttura o cartesiana, – in cui il divino sta a garante della struttura del mondo conoscibile – o idealista, per cui reale è solamente ciò che può essere pensato dal soggetto, Einstein descrive la razionalità «come un mistero e come il … Continua a leggere »

Scienza e politica nelle tecnologie dell’evidenza

 

1 Tecnologie invisibili

«Tecnologie dell’evidenza» – o anche «evidentiary technologies productive of truth»1 – è l’espressione che oggi si adopera per indicare le tecnologie finalizzate a evidence-based practices o evidence-based policies (EBP), ossia a quelle che ormai sono implicitamente o esplicitamente le pratiche politiche che hanno preso il posto della politica tout court2.
La prima significativa implementazione di questo modello si deve, a fine anni Novanta, a Tony Blair e al suo libro bianco Modernising Government, il quale invitava appunto a «mettere in discussione i modi ereditati di fare le cose e ad abbandonare il … Continua a leggere »

I venditori di una dolce polvere. Repubblica delle Lettere e potere politico in uno scritto di Leibniz

 

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Gli scritti di Leibniz includono migliaia di pagine di opere, opuscoli, frammenti, lettere, note personali. Prendere un singolo passo comporta sempre il rischio di immobilizzare un pensiero in movimento, traendone conseguenze unilaterali. Pur consapevole di questo rischio, in queste pagine discuterò un frammento brevissimo, un tentativo di allegoria schizzato nel 1675. Il suo obiettivo è reso palese dalla data: in questo periodo il ventinovenne Leibniz era a Parigi – dove stava creando il calcolo infinitesimale – e sperava di attirare su di sé l’attenzione della corte di Luigi XIV per restare a Parigi come membro stipendiato dell’Académie des … Continua a leggere »

Critica e Consumo. Foucault e Kant

 

I

Vorrei partire da un interrogativo elementare: da quando la libertà è diventata una nozione ambigua da maneggiare con sospetto? Da quando, in altre parole, la sua potenza trascendentale, la sua attività regolativa, la sua pregnanza concettuale, la sua funzione di presupposto per riconoscere l’umanità dell’umano, s’incrina pesantemente sino a diventare una voragine d’incomprensioni teoriche, sbandamenti etici e deficienze politiche?
Proverei a elaborare una risposta assai generale: nella dilatazione di quella che chiamiamo società dei consumi, circa mezzo secolo fa, si diffondono discorsi, analisi, studi, opere d’arte in grado di dimostrare che la libertà diventa un sottile e allo … Continua a leggere »

Libertà d’insegnamento, un diritto a rischio

 

1 Quando si introducono giovani alunni ai Principi fondamentali della Costituzione italiana, solitamente non si incontra particolare difficoltà a far loro comprendere il carattere inalienabile di alcuni diritti, illustrati nei primissimi articoli. Dove compaiono principi, in particolare quello di “solidarietà”, che consentono di giustificare il legame forte che il testo costituzionale istituisce tra alcuni concetti decisivi (p.es. il “lavoro” nell’articolo 1) e il carattere democratico della Repubblica. I diritti inalienabili, che la Repubblica deve “riconoscere” e che nessuna autorità ha il potere di limitare, sono tali perché vanno declinati nell’orizzonte della socialità e della solidarietà; sono diritti che contemporaneamente … Continua a leggere »

Libertà e liberismo


Il neoliberismo

Che ne è della libertà, in questi tempi di pandemie, di guerre? Che ne è delle società occidentali democratiche? Da tempo la strada intrapresa dalla nostra civiltà sembra condurre verso sentieri opachi. Tentare di ricostruire l’origine di questi sentieri, interpretare i processi che hanno condotto alla crisi radicale della nostra civiltà è compito di un’indagine filosofica degna di questo nome. L’origine della crisi in questione ha un nome chiaro quanto nefasto – almeno per le classi lavoratrici dell’Occidente: neoliberismo. Di questa dottrina politico-economica Luciano Gallino ha formulato una sintesi molto efficace:

Di qualsiasi bene l’individuo e la collettività

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Rousseau pensatore del potere e della libertà

 

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L’importanza di Jean-Jacques Rousseau nella storia del pensiero politico è certamente un fatto conclamato ma, nondimeno, ci si può forse ancora chiedere in che modo l’autore del Contrat social abbia contribuito all’istituirsi di alcuni archetipi delle dottrine politiche moderne1. Com’è stato detto, ogni epoca ha avuto il suo Rousseau2, ma se, ed è lecito crederlo, nessun pensiero o pensatore nasce ex nihilo, neanche il genio polivalente di Jean-Jacques sfugge a influenze storiche ben precise3. Egli pensa da contrattualista critico e – tramite la sua penna straordinaria (qualità che non sempre ha … Continua a leggere »

Hypnerotomachia. Sulla libertà estetica

 

[Strada in mezzo al quasi-nulla, accanto all’uscita dell’autostrada. Decine di automobili sono incolonnate, ferme. Motivazione inspiegabile. Il cielo è quasi-sereno quasi-annuvolato. Sono le 8,30. Ma è una quasi-ora, non del tutto precisabile. I nostri vecchi amici Guidatore, Passeggero e Ragazza, malinconici e perfino esausti, rimangono nell’ingorgo, inglobati dalla fila. Le loro parole si mescolano col chiacchiericcio degli altri incolonnati, con le suonerie che squillano, coi suoni di notifica dei social network. Di sicuro qualche Angelo di passaggio potrebbe ascoltare tutto]

 

Il Guidatore – Non vi accorgete di quanto questo sia futile?

La Ragazza – Sì, ma … Continua a leggere »

Scuola, ricerca e altri spettri

 

Può apparire stupefacente che nella gran parte delle discussioni pubbliche correnti su temi come scuola e università, e in generale sull’istruzione di massa, o sulla ricerca scientifica e sulla sua rilevanza sociale, si proceda quasi invariabilmente nascondendo dietro una cortina di connessioni e dettagli secondari, quando non elusivi, il fatto che l’oggetto stesso del discorso è qualcosa che, in quanto tale, fondamentalmente non funziona più, compiendo così un atto di omertà di fronte al fallimento della nostra cultura.

La cortina fumogena raggiunge poi livelli inquietanti quando si proclama con compiacimento l’avvento di una sedicente “società della conoscenza” – concomitante all’esplosione … Continua a leggere »

Dioniso e i non-più-umani

 

«La stessa cosa è il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio, perché queste cose mutandosi sono quelle e quelle a loro volta mutandosi sono queste».  (Eraclito)

«Iu cia stàtu comu a tia. Tu nun sai si ci si comu a mia». (Nonno Ludovico)

«Per lottare contro l’astratto bisogna un po’ somigliarvi» (Albert Camus, La peste)

 

Sulla scia eraclitea diremo che il morto non è nient’altro che il vivo. In che modo è vivo? Se la vita è una modalità dell’essere e non l’essere stesso, se essa non comporta la censura … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 -

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