Temi

La filosofia nei futuribili Licei

Erano gli anni Novanta, prima dell’entrata in funzione dell’Esame Conclusivo di Stato introdotto nella Secondaria Superiore da Luigi Berlinguer. Come spesso mi era capitato, svolgevo il ruolo di cireneo di turno nella qualità di commissario interno, in un periodo in cui nel mio Istituto si respirava un certo fervore innovativo con l’avvio di sperimentazioni autonome (che successivamente sarebbero divenute corsi Brocca) e conseguentemente con un certo dibattito interno su come lavorare, che libri di testo adottare, et cetera.

Un anziano –ma oserei dire forse antico– commissario di Filosofia, evidentemente non condividendo il mio sperimentalismo, che si … Continua a leggere »

Breve dialogo sull’Università e sull’Italia

La vostra protesta contro la “riforma Gelmini” è sconfitta in partenza. Nel senso comune domina l’immagine dell’Università come luogo di corruzione. Le vostre proteste vengono viste dalla larga maggioranza come le proteste di “baroni” corrotti e fannulloni.

B L’Università è marcia perché è marcia l’Italia.

A È la solita banale scusa del “tutti colpevoli, nessun colpevole”. Non funziona.

B Non si tratta di scusare ma di spiegare. È importante capire perché l’Università è marcia per giudicare se le misure proposte sono adeguate.

A E secondo te non lo sono.

B Ovviamente no. Il marciume italiano ha vari livelli. L’Università non … Continua a leggere »

De maligno morbo “Bibliomania” dicto

La bibliofilia è una grave malattia sempre passibile di degenerazione in bibliomania.

Il conte Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, aveva rischiato la bancarotta per mettere insieme quella prodigiosa biblioteca, che occupa tutte le alte pareti di grandi stanze tuttora visibili nel palazzo di famiglia nella piazza centrale di Recanati, su cui il figlio consumò i suoi «sette anni di studio matto e disperatissimo», «abbandonato, occulto, senza amor, senza vita». Nella solitudine e fra i libri si fa in fretta a diventare colti e Giacomo lo divenne. Benedetto Croce invece, essendo ricchissimo, non corse rischi di bancarotta nel raccogliere nel suo … Continua a leggere »

Persona e comunicazione

Questo scritto nasce con l’intento di riflettere sull’essenza dell’efficacia di una buona comunicazione, in particolare nelle dinamiche di relazione inter-personale. Ritengo a tal fine utile fare una premessa sul concetto di persona; infatti nella tradizione filosofica sono state avanzate varie definizioni tra loro affini e che per la loro coerenza razionale si pongono come imprescindibili termini di confronto.

In primis quella boeziana, secondo cui persona è rationalis naturae individua substantia 1. Concettualmente vicine si  presentano le definizioni di Riccardo di San Vittore (rationalis naturae individua exsistentia) e di Tommaso d’Aquino (individuum subsistens in rationali natura).… Continua a leggere »

Insegnare le filosofie e a filosofare

L’eredità hegeliana nel sistema italiano

In Italia torna, puntuale come la primavera, il dilemma suggerito da una celebre frase di Kant: bisogna insegnare le filosofie oppure a filosofare?

Nelle scuole medie superiori dove esiste, anzi resiste (non per molto, temo, data l’egemonia del modello didattico anglosassone che ama privilegiare le discipline utili: l’attuale capo del governo, Silvio Berlusconi, ha spiegato una volta che la sua scuola ideale è imperniata sulle tre “i” di “inglese, internet, impresa”) questa materia viene insegnata, sostanzialmente, secondo il taglio della riforma Gentile: i programmi e i manuali scolastici la presentano come storia della Continua a leggere »

La gioventù della vecchiaia

La nostra epoca è implacabile con gli anziani. L’aggettivo “vecchio”, in tutte le sue accezioni, aggiunge una connotazione negativa al sostantivo cui si accompagna. Potremmo provare a riflettere su questa nostra distorsione cognitiva e a ribaltare valori e significati.
Pensiamo al tema dell’identità: io cambio continuamente, le vicende della mia vita, le ferite, le gioie, i traumi fisici ed emotivi mi cambiano, ma io rimango sempre io, sono diversa e identica. Le nostre cellule subiscono cambiamenti, ricambi, tuttavia anche se la materia del nostro corpo cambia, il nostro carattere, ciò che ci contraddistingue, che si avvicina all’idea di forma immutabile, … Continua a leggere »

La nuova scienza in Italia nel primo Settecento

Nell’Italia di inizio Settecento la nuova scienza non si impose in modo uniforme in tutta la penisola ed ebbe i suoi maggiori centri di diffusione, limitandosi ai più noti, nelle città di Bologna, Padova, Firenze, Pisa, Roma e Napoli, alle quali se ne potevano aggiungere altre minori ma culturalmente vivaci, come, per esempio, Modena e Livorno.

L’ambiente bolognese aveva annoverato, nella seconda metà del Seicento, personaggi come Anton Felice Marsili, Geminiano Montanari, Domenico Guglielmini e Marcello Malpighi e poteva contare, a inizio Settecento, sull’opera di Luigi Ferdinando Marsili, Anton Maria Valsalva, Giovanni Battista Morgagni, Eustachio e Gabriele Manfredi, Vittorio Francesco … Continua a leggere »

Wende mich nicht um
A proposito di un detto della Fenomenologia dello Spirito di Hegel

1. Nel primo capitolo della Fenomenologia dello spirito Hegel esclude la sensibilità dal commercio con la verità: la sensibilità ha rapporti con la certezza, non con la verità; a rigore, non esiste una verità della sensibilità, come non esiste certezza del vero. Si tratta, con le parole di Georg Andreas Gabler, del «modo primitivo di sapere qualcosa»1, o anche, lo si è ribadito di recente, del «modo primario e primitivo» in cui il soggetto sperimenta se stesso2. Questa sfera ‘primaria’ o ‘primitiva’ non ha tuttavia niente a che fare con una ipotesi di filosofia della … Continua a leggere »

Filosofare in terra di mafia

Molti professionisti della filosofia sembrano confermare, con la propria vita, ciò che l’immaginario collettivo suppone: che si possa filosofare in Afghanistan come in Danimarca, nel V secolo a. C. come nel X secolo d. C., protetti in una campana di vetro dai fastidi della cronaca. Una simile filosofia è senz’altro possibile: nulla di stupefacente, però, se essa -dimentica del contesto sociale- venga altrettanto solennemente ignorata dalle donne e dagli uomini immersi nella quotidianità della storia.

Cosa significa, in concreto, filosofare nel Meridione italiano a cavallo fra il XX e il XXI secolo? Per comodità di sintesi, risponderei che ad attendere … Continua a leggere »

Revisionismo laterale

La storia raccontata non potrà mai essere oggettiva, poiché non esiste una realtà oggettiva in cui rintracciare una «verità conclusa». Non è dunque soltanto una questione storiografica, quella relativa al revisionismo, ma soprattutto fenomenologica[1]. Il tentativo di revisionare la nozione a vantaggio di una maggiore libertà di interpretazione del fruitore è vano oltre che storiograficamente infertile. Questo revisionismo minimo o microrevisionismo -che si sostanzia in puntualizzazioni irrilevanti- è contrario al senso stesso della storia, che non è un semplice racconto, ma una rete fitta, intessuta, sì, di eventi ma prima di tutto di logiche umane, il più delle … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 - Rivista scientifica per l’Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche.

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