Temi (IV)
La democrazia è viva
Nasceva circa duemilacinquecento anni fa la democrazia ad Atene. La società Peloponnesiaca fu la prima a utilizzarla nel governare la propria polis dopo che il grande Solone aveva dato le linee guide per stilare la legislazione cittadina. Questa pratica chiamata democrazia (dal greco δῆμος, popolo e κράτος, potere) permetteva a tutti gli uomini liberi di ceto alto con entrambi i genitori ateniesi di dare un contributo alla politica della comunità eleggendo dei rappresentanti che avrebbero poi influito sulle decisioni più importanti nel governare la città. Questa forma di governo si è sviluppata sempre più da quei lontani albori, diventando comune … Continua a leggere »
Il reddito della vergogna
Alla signora Vuericke
Cara zia, chissà che cos’ha pensato non vedendomi arrivare il 15 gennaio, tanto più che non sono riuscito nemmeno ad avvertirLa con un biglietto. Il fatto è che le mie condizioni di salute mi hanno impedito finora perfino di scriverLe. Il direttore, dottor Kollwitz, è stato tassativo e per tre settimane mi ha proibito non solo di alzarmi dal letto, ma anche di leggere e scrivere. Ha fatto addirittura sigillare le finestre della mia stanza e togliere la corrente elettrica. Le infermiere entravano armate di lampadina tascabile. Non Le dico altro. Siccome oggi non ho la febbre, … Continua a leggere »
Spiritualità ne La Sirenetta
Sebbene la magia di una favola non sia obbligata a risiedere nel suo (se presente) intrinseco messaggio morale, è facile pensare a degli splendidi racconti in cui i bambini di tutti i tempi riescono a leggere o ad ascoltare un insegnamento che serberanno per sempre. Chi non ha imparato qualcosa da Il Brutto anatroccolo? L’importanza di rispettare la diversità, così come quella di non giudicarsi troppo in fretta, ha colpito tutti noi attraverso il dramma del piccolo protagonista emarginato. E questo vale anche per inimitabili cartoni animati ormai celebri, come Dumbo, per non parlare di Bambi, forse … Continua a leggere »
Forme e modelli dell’intrattenimento videoludico in età informatica
Fra il XIX e il XX secolo si impongono nuove forme di intrattenimento popolare e non, come il cinema e, molti decenni dopo, la televisione, inaugurando così l’era delle comunicazioni di massa. La diffusione e la pervasività dei mass-media nel Novecento è stata tale da aver modificato i meccanismi, i contenuti e il senso delle comunicazioni e di aver realizzato una pesante egemonia sull’informazione e sulla formazione delle abitudini e della cultura popolare. Per molti versi e per gli strati intellettualmente più modesti della popolazione, questi strumenti hanno cannibalizzato ogni altra forma di comunicazione e di manifestazione artistica, sostituendosi spesso … Continua a leggere »
I volti dell’amore
E’ primavera e passeggio per Villa Adriana, inebriato dalla brezza che muove le fronde degli alberi che si affacciano sul Canopo.
Con me una poesia di Fernando Pessoa, Antinous uno stralcio e pochi versi
He weeps and knows that every future age is looking on him out of the to-be;
His love is on an universal stage;
A thousand unborn eyes weep with his misery
Ho la netta sensazione di trovarmi in un luogo magico, circondato da mura e resti che testimoniano l’imperitura presenza delle idee e delle passioni di un imperatore.
Come un palcoscenico universale, da dove … Continua a leggere »
Il genio
Quanto costa l’eternità! Costa davvero tanto. Qualcuno si chiede cosa fare tutto il giorno; per alcuni non è il fare a oscurare o a illuminare. No, non il fare. Qualcosa d’altro che non sta nemmeno nei sogni. Si rintana in ogni volto, in ogni parola, in ogni paesaggio o scorcio di vita. E corrode. Nella disperata ricerca di senso. Senza trovare pace. Questo pretende l’eternità dal genio che ha generato. Lo infila in un essere finito, corruttibile quanto basta per farlo sentire sempre troppo poco, per spremerlo sino a obbligarlo a uscir fuori dalla carne umana. Squartando le membra per … Continua a leggere »
Aiace, il più umano degli eroi
La tragedia greca è lo specchio della nostra impotenza dinanzi alla realtà, dell’inadeguatezza dei nostri sensi a interpretarla, dell’ineffabile dignità del dolore dell’uomo ribellatosi al vero. Ma è forse da ritenersi anche, soprattutto in Sofocle, espressione radicale della sofferenza, a cui gli uomini dai sensi eccezionali sono per necessità sottoposti, e quindi dell’incomparabile solitudine e dell’inevitabile infermità cui soggiace chi non solo vive la vita ma la pensa.
Pensare di vivere vuol dire sottrarsi alla meccanica basilare per cui ogni essere è risposta bastante a se stesso, mondo chiuso e autosufficiente. Pur ponendo gli dèi a fondamento delle emozioni, … Continua a leggere »
Leggerezza: un volo per non sprofondare
Prigioni fatte di serietà, orgoglio, paura, trascinano l’uomo nell’abisso della pesantezza. Muri che sembrano invalicabili e che opprimono con il loro fardello.
Per evadere dalla gabbia che ognuno costruisce intorno a sé e che immobilizza a tal punto da impedire l’azione ci si può affidare alla leggerezza. Distante dal significato di superficialità che oggi viene associato al termine, leggerezza per me è slancio, è oblio, è il coraggio di tuffarsi in nuove esperienze. Un volo per non sprofondare.
Leggero è il fanciullo nella filosofia di Friedrich Nietzsche. Ultima delle tre metamorfosi dello spirito che diventa cammello e poi da cammello … Continua a leggere »
La tradizione del Rubicone
Che Gaio Giulio Cesare abbia, nel 49 a.C., violato i confini dello Stato Romano in senso proprio -oltre i quali non si poteva entrare armati e senza prima aver congedato l’esercito- superando, a nord-ovest di Rimini, l’attuale fiume Rubicone, è, se non certo per il doveroso dubbio a cui la distanza del tempo e la molteplicità delle interpretazioni ci inducono, quantomeno ampiamente probabile, a causa della convergenza di molte autorevoli fonti su questo punto. Come invece questo atto, che cambiò radicalmente il quadro politico romano nei secoli a seguire, sia effettivamente avvenuto è cosa sicuramente più sottoposta a discussione.
Orient-Express. Intervista impossibile a Carl Gustav Jung (II parte)
Mi precisa meglio la vicinanza del Bardo Thödol con la Psicologia analitica?
«È semplice: secondo me, lo stato paradisiaco della liberazione dalla serie delle reincarnazioni e dai condizionamenti karmici, corrisponde all’esperienza di chi, avendo percorso le tappe del processo di individuazione, ha infine realizzato l’archetipo del Sé».
Sembra plausibile…Senta professore, non può mancare almeno un cenno al libro dell’I Ching, al lancio delle monete, alla lettura degli esagrammi…
«Sì. Molti occidentali liquidano quest’opera come una raccolta di formule magiche prive di valore. Ma per me questa tecnica oracolare è una maniera di conoscersi».
Perché è così difficile per un … Continua a leggere »