Temi (IV)

Fantasia e dubbio: i motori del pensiero

In Italia gli studenti universitari delle Facoltà scientifiche sono in crescente aumento, a discapito delle facoltà umanistiche, con qualche eccezione come Giurisprudenza. Questo perché? Per due principali motivi. Il primo, più banale da capire, per questioni di futuro, di lavoro. Le facoltà scientifiche sembra che abbiano più sbocchi lavorativi, perché sono più specifiche, più mirate. Per esempio le facoltà legate alle tecniche sanitarie, che prima erano tutte specializzazioni della facoltà di Medicina, ora sono separate. Ma il fatto che ci sia più lavoro è solo un’impressione. Il secondo motivo è la differenza concettuale tra le due branche di studi. Infatti … Continua a leggere »

Io

Cosa vuol dire essere se stessi? E soprattutto si ha il potere di scegliere per la propria vita?

Essere se stessi, a una prima occhiata, potrebbe voler dire dar voce ai propri desideri e ai propri pensieri, seguire i propri sogni e rispettare ciò che si è: il nostro io.
Basta parlare della nostra personalità, del nostro carattere, dei nostri atteggiamenti, della percezione che abbiamo di noi stessi e degli altri per descrivere il nostro vero io? Apparentemente potrebbe bastare, ma non bisogna mai dimenticare che tutti questi elementi, con il tempo, crescendo, cambiando, possono mutare. Cosa significa ciò? Che … Continua a leggere »

Il tizio della panchina

Cammino, di notte, come faccio spesso ultimamente. C’è un tizio su una panchina, distinto e occhialuto, legge il giornale in posizione un po’ sgraziata, a favore di lampione.
«Scusi, posso sedermi?»
faccio già per sedermi.
«No»
Rimango appeso a gambe piegate. Il tizio neanche ha distolto lo sguardo dal giornale.
«Ma, il posto è occupato?»
Non risponde. Mi scatta spontaneo un piccolo gesto di stizza e borbotto:
«Che bella serata!»
A questo punto il tizio con tono pacato, ma quasi infastidito di dover faticare tanto da articolare le parole, si degna di dire:
«No, non è occupato …almeno non per … Continua a leggere »

Scuola pubblica, coscienza critica e società civile

Uno dei principali difetti della passività e della subalternità intellettuale è di concepire la cultura come ammaestramento ed esercizio retorico e di concepire l’intellettuale come corifeo dello stato di fatto e del potere. Secondo tale prospettiva quello che importa è accumulare nozioni ed essere in grado di esibire all’occasione un’erudizione vuota ed esornativa da porre al servizio del miglior offerente. Così purtroppo è accaduto nella nostra tradizione culturale e politica, dove spesso anche gli intellettuali hanno seguito la norma tutta italiana che prescrive di accettare qualsiasi governo a patto che sia vantaggioso per il singolo che proferisce il proprio giudizio, … Continua a leggere »

I migliori anni della nostra vita

È una calda domenica di ottobre, il sole scalda la mia schiena e la roccia è piacevolmente tiepida nella palestra di arrampicata di Punta Manara. Seduti su un masso a sorseggiare tè troppo caldo, io Giovanni e Andrea vogliamo goderci un momento di tranquillità prima di legarci e cominciare a scalare. Giovanni non tarda a rivolgermi la solita domanda che mi pone ogni volta che ci incontriamo: “Dove sei di Filosofia?”

“Kant.”

“Ah, mi piaceva al liceo Immanuel, è in parte colpa sua se ho fatto certe scelte. Beh, del resto non può non piacerti Kant quando hai diciotto anni, … Continua a leggere »

Il filosofo esordiente

Valerio si infagottava sempre quando usciva di casa. Maglia di lana, pullover, cappotto, sciarpa. E tirava su anche il bavero per coprirsi. Camminava sconosciuto ormai da molti mesi. Persino a se stesso. Non aveva più il cellulare. Lanciato dentro un cassonetto della spazzatura un giorno che rientrava a casa. Non aveva più neanche quella compagnia di amici che sin da adolescente frequentava. Licenziata nel silenzio a ogni richiesta di incontro. I suoi libri invadevano il piccolo spazio in cui viveva. Letti tutti ormai. Studiati sin nelle note. Il bisogno vampiresco di succhiarne altra energia muoveva la sua volontà, spingendolo ad … Continua a leggere »

Un palcoscenico illuminato. Camminando sulla fune di un sogno

Vuoto.

Lo spazio è vuoto. Un palcoscenico illuminato. Nient’altro.

Gli occhi lo attraversano ma il corpo è paralizzato.

Ricordo il giorno della prima selezione: destinazione Milano, Teatro Scuola Paolo Grassi, in testa un monologo, un dialogo e una poesia. Nei corridoi -mentre attendevo il mio momento- un via vai di provinanti: c’era chi stava seduto per terra e fra sé e sé ripeteva la parte, chi per distrarsi ascoltava l’i-pod e chi camminava avanti e indietro in preda all’ansia. Provavo a immaginare le storie di questi “chi”, cosa li aveva portati sulla strada della recitazione, cosa li aveva spinti a … Continua a leggere »

Se puoi guardare, osserva

Cecità. Accecante -nel senso letterale del termine- luminosità che tutto occulta. Luce che nasconde. È un ossimoro che ben condensa la realtà a cui Josè Saramago, nel suo romanzo Cecità, ci pone di fronte. Una nube lattiginosa, denominata come mal bianco dalle ancora valenti autorità mediche, si accende nello sguardo e nella mente di un’ipotetica popolazione destinata a farsi carico della sorte di un’umanità che non potrà più riconoscersi come tale. Obbligata a ricercarsi, ricomponendo a tentoni i brandelli di quelle usanze tipiche del vivere umano, i suoi codici, la sua morale. Un’umanità in cerca di se stessa. E forse … Continua a leggere »

Otto poesie

Forme di vita

Forme di vita

sono i miei dubbi

come queste piantine

senza radici

che vivono d’aria e di smog.

Sono i piccoli tritoni

dei laghi alpini

accostati ai sassi

e i guizzi improvvisi

nell’austera maestà

delle montagne a corona.

Sono le scelte possibili

per dare parola

ai dubbi

come alle rinunce

sopravvenute in silenzio.

Sono gli esotici frutti,

gli strani semini e le erbe selvatiche

che nelle mani

antiche e svelte

di Libereso Guglielmi

divengono beni comuni.

Sono i suoi passi

lenti e sicuri

nel giardino

di Baragallo

intrisa di cemento

e i segni che fa

camminando

per … Continua a leggere »

La bellezza dell’irrazionalità numerica: la sezione aurea

La distribuzione dei petali in una rosa, l’armoniosa spirale di alcune conchiglie e quella dell’intera galassia, la stella a cinque punte che disegnano i bambini e il celeberrimo Partenone di Atene sono tutti legati dallo stesso meraviglioso numero irrazionale, φ. Non esprimibile con una frazione, caratterizzato da una serie infinita di numeri decimali che si ripetono in maniera apparentemente casuale -1,6180…-, indicato fin dall’antichità appunto con la lettera greca φ, ha una proprietà particolare che affascina gli studiosi e gli artisti da migliaia di anni. Il rapporto proporzionale dal quale deriva ha la misteriosa proprietà di imprimere un senso di … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 - Rivista scientifica per l’Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche.

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