Recensioni

Arcimboldo

Nei modi suoi propri -e quindi palesi, visibili, materici- l’arte figurativa è sempre stata compagna delle grandi narrazioni filosofiche, religiose, scientifiche. C’è un artista che di sé e della propria opera ha fatto un’espressione tra le più riuscite e originali di questo incrocio di forme estetiche e concettuali: Arcimboldo. Nato a Milano nel 1526, fu tra i protagonisti della vita di corte degli Asburgo a Vienna e soprattutto a Praga, prima di tornare nella sua città, dove morì nel 1593.

Il XVI secolo è quindi il tempo di questo artista visionario, lieve, ironico, che due autoritratti descrivono compiutamente. Il primo … Continua a leggere »

Pagliacci

A Genova l’orchestra del Teatro Carlo Felice è senza dubbio un fiore all’occhiello della città. Per quanto retorico possa apparire, è bene ricordare che la musica non ha nulla di strumentale. Non è a servizio di qualcosa. È forse, tra tutte le arti, la meno asservita alla funzione e alla forma. È libera e rende liberi attraverso la sospensione catartica di ogni esistenziale. Abilità e conoscenza musicale non bastano affinché il ritmo, l’armonia, la melodia e il loro rapportarsi geometrico possano dare tanto. È necessario quell’in più che fa del musicante un musicista e che non è classificabile se non … Continua a leggere »

Habemus Papam

Il collegio cardinalizio, il club più esclusivo del mondo, è composto da un centinaio di vegliardi che vivono il proprio momento di gloria a ogni morte di papa, quando questo gruppo di persone è chiamato a eleggere il nuovo pontefice. L’intero pianeta politico e mediatico si mobilita in tale occasione. L’antico rito delle schede bruciate dopo ogni tornata di voto -fumata nera, fumata bianca- si ripete e viene registrato dalle televisioni di tutto il mondo. Ma che cosa accade? Accade che allorché il cardinal Bollati annuncia l’Habemus Papam il neoeletto ancora non apparso ai fedeli comincia a urlare, fugge, … Continua a leggere »

Finale di partita

Ci è pur sempre concesso di dare un significato alla nostra vita. Almeno in teoria. Il nostro ridere e piangere, che non ha più nulla né di eroico né di sublime, si è stancato di combattere con i possibili nomi da dare alle cose. Così, finiamo per sovraccaricare di significato le cose stesse o, occasionalmente, ricordare quelle passate e sperare in quelle future. Samuel Beckett ci parla della verità senza schermi né dolcificanti, attribuendo ai suoi personaggi disillusi e a tratti monotoni i colori spenti della quotidianità. Che si tratti dell’estenuante attesa di Aspettando Godot, dell’esasperato sentimento del niente … Continua a leggere »

L’amore, la guerra

La più grande tra le passioni -l’amore- è una forma di guerra mortale fra i sessi, più simile all’odio che all’amicizia. Questa la tesi di La Rochefoucauld, che Nietzsche e Strindberg faranno propria: «non c’è passione dove l’amore di sé domina così potentemente come nell’amore; e si è sempre più disposti a sacrificare la tranquillità di chi si ama che a perdere la propria»1. Due testi messi di recente in scena al Piccolo Teatro di Milano sembrano confermare questa intuizione.

Nel silenzio delle sale si aggirano leggendo i nomi sulle superfici. Superfici di che cosa? Sembra un museo … Continua a leggere »

Arcimboldo, retore e mago

Roland Barthes individua nella pittura di Arcimboldo (1526-1593) una somiglianza con la struttura del linguaggio. Così come nel linguaggio il discorso si articola in parole e queste, a loro volta, si scompongono in fonemi insignificanti, nei quadri dell’artista rinascimentale milanese è possibile individuare la stessa costruzione, che dal senso giunge alla figura, a sua volta scomponibile in elementi primari, i quali però, a differenza dei fonemi, hanno un significato. Le somiglianze non finiscono qui, poiché Arcimboldo è anche un retore, secondo Barthes:

«Una conchiglia sta per un orecchio: è una Metafora. Un ammasso di pesci sta per l’Acqua (dove … Continua a leggere »

Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia

La pubblicazione di una nuova Rivista scientifica è sempre un segnale positivo per il sapere e per l’intera società civile. Tanto più lo è in tempi nei quali le istituzioni mostrano assai più che indifferenza verso la ricerca, mostrano autentico disprezzo. Se all’ignoranza dei ministri la “cultura” appare indigesta, molti altri per fortuna senza di essa morirebbero di fame. La nuova Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia offre al corpomente un nutrimento differenziato e di qualità.

«Tutta la storia della tecnica e della cultura sarà, secondo una bella espressione sloterdeijkiana, un’uterodicea, un tentativo di ricreare il sempre perduto … Continua a leggere »

Il maiale che cantava alla luna

Provate a entrare in una buona libreria, e chiedete consiglio per un libro che abbia per argomento le mucche, le galline, insomma gli animali cosiddetti «da fattoria»: sarete indirizzati nel reparto dei libri per bambini. Se proprio siete in una grande libreria che ha tutto, forse vi verrà proposto qualche testo tecnico riguardante l’allevamento, le tecniche di sfruttamento insomma. Molto difficilmente vi verranno proposti libri che tentano di descrivere questi animali per quello che sono. Questa è una delle considerazioni che si trovano leggendo Il maiale che cantava alla luna, di Jeffrey Moussaieff Masson.

Il maiale, le mucche, le … Continua a leggere »

Famiglia: femminile plurale

Una famiglia allargata è un microcosmo che ha la struttura di un sistema complesso, molto più aperto della famiglia tipica, poiché riceve apporti continui e smuove le fissità in cui spesso si rimane incastrati quando si vive con modelli sempre uguali. Mentre leggevo il romanzo di Emilia Marasco l’immagine della madre tradizionale, che ho appreso crescendo in Sicilia, si sgretolava a poco a poco lasciando finalmente emergere quella di una donna che non rinuncia allo spazio per sé e semmai lo amplia affinché chi ama vi possa rientrare. Una donna eticamente paradigmatica che ha molto da dare e che mentre … Continua a leggere »

Il ministro della Muraglia

Una luce sanguigna si riverbera dalla scrittura di Longo, sorge dalle parole, dal loro suono, si addensa nei significati, splende di potenza cromatica e di esatta e appassionata armonia fonica. Come in ogni grande scrittura, in ogni scrittura vera, non si dà più differenza o salto tra quanto viene narrato e il modo del dire, come se la verità del mondo germinasse da sé, dalle parole stesse, dall’eco che esse sono di «un certo canto e un’armonia che vengono da un tempo così lontano che il tempo non c’era ancora» (p. 31). La nostalgia di questo canto è la letteratura.… Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 - Rivista scientifica per l’Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche.

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