Recensioni
Gente di fotografia
Da una rivista di fotografia ci si aspetta molto di più che da un qualsiasi altro periodico perché deve compiere l’operazione non facile di riprodurre la magia del fotografare: «mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore» (H. Cartier-Bresson, L’immaginario dal vero, Abscondita, Milano 2005, p. 37). Uno sbilanciamento a favore soltanto dell’immagine o del testo o della bellezza in sé del cartaceo escluderebbe una parte di lettori ma soprattutto mancherebbe l’obiettivo e avrebbe vita breve. Gente di fotografia esiste da sedici anni perché soddisfa le attese, coniugando in modo opportuno ed equilibrato ogni necessaria … Continua a leggere »
Accardi, la luce e gli altri
Lievità. È questo uno degli elementi forse meno osservati ma più intrinseci all’arte contemporanea. Una sottrazione di peso, di strutture, di messaggi che lascia scorrere la materia e le forme in flussi molteplici, luminosi, ludici. Di tale leggerezza, Carla Accardi è una protagonista. Le opere esposte al Palazzo Valle di Catania percorrono l’intero itinerario dell’artista dagli anni Cinquanta al presente. Una grande installazione nel cortile del Palazzo –Vie alternative, 2010- accoglie il visitatore col suo bianco e nero elegante e giocoso.
«Dare vita a un’immagine astratta, oggettiva, primaria e libera» è l’obiettivo che Accardi raggiunge attraverso segni … Continua a leggere »
Robert Capa
Cinquanta fotografie di cinque guerre. Gli occhi di un uomo che le racconta. Sono quelli di Robert Capa (1913-1954)1. La prospettiva è la sua ma diviene universale e chi guarda si ritrova nella storia, cammina nel tempo della follia, sente gli sguardi disperati, vede il rumore sordo della morte, si muove nell’immobilità di corpi senza vita, osserva l’insensatezza della ragione omicida, sfiora l’ingiustizia sul corpo assassinato, percepisce il sudore di certa gioia. E comprende: la paura originaria, l’istante prima della morte, la sofferenza radicale, la tristezza estrema, l’affrancamento dall’orrore. Disorientano quelle foto, perché gettano in uno spazio … Continua a leggere »
Filottete
Attraversando il mare che separa la piana di Troia dall’isola di Lemno, una nave approda in questo luogo solitario, abitato da uccelli e da fiere. Un solo umano ne percorre gli spazi. Un umano solitario che è Filottete, l’eroe acheo al quale il morso di un serpente ha ridotto il piede a fetida cancrena e la voce a un urlo disperato di dolore. Per questo i suoi compagni lo lasciarono dieci anni prima nell’isola, non sopportando il fetore della piaga e lo strazio della gola. Ora però gli achei sono costretti a tornare. Un oracolo ha spiegato che senza … Continua a leggere »
Madama Butterfly
Quando si deve recensire Madama Butterfly non si può fare a meno di chiedersi come soppesare la forza teoretica del libretto con la straordinaria musica di Puccini. Se poi gli artisti coinvolti nella rappresentazione sono bravi a tal punto da incarnare i personaggi, facendo della finzione la realtà, e il loro cantato permette a ognuno l’isolamento riflessivo pur se in una sala gremita di gente che applaude per ben tre volte a scena aperta, allora la questione originaria si fa senza dubbio più complessa.
Che cosa affascini di Cio-Cio-San forse si può comprendere. Questo ostinato attaccamento alla verità scelta, questa … Continua a leggere »
Corpo celeste
Marta ha 13 anni. Gli ultimi dieci li ha vissuti in Svizzera. Ora è tornata a Reggio Calabria con la madre, che lavora di notte in un panificio, e con la sorella diciottenne che è molto gelosa di lei e la detesta. Il padre non c’è ma ci sono tanti zii. Marta perlopiù tace. Guarda il mondo dall’alto di un piano non finito della casa dove abita, dall’alto dei ponti, dall’alto della profonda estraneità che sente nei confronti di un ambiente che lei non giudica, che forse non comprende, che le appare nell’orribile distesa del paesaggio urbano di Reggio, … Continua a leggere »
L’umiltà del male
Come sa chi mi conosce di persona, svolgo una piccolissima attività imprenditoriale. Dunque, specie all’approssimarsi di alcune scadenze, debbo conferire, almeno per telefono, con il commercialista, nel mio caso una gentile signora. La mia frase più frequente è: «fai tu, pensaci tu, per me va bene». Tutti proviamo un certo sollievo quando qualcun altro si fa carico delle incombenze, quando siamo sollevati dal dover pensare a qualcosa. In teoria è giusto essere sempre informati, vigili, ma in pratica la voglia di delegare è il sentimento vincente. Può sembrare strano, ma questa circostanza mi è venuta in mente durante … Continua a leggere »
Il linguaggio e la mente
Il linguaggio non è una facoltà. Il linguaggio è lo stesso umano nella potenza del suo stare al mondo e comprenderlo. Com’è possibile che da organi non molto diversi rispetto a quelli di altri primati, da forme di socializzazione analoghe, nasca la magnificenza delle parole e dei significati? Come è stato possibile «costruire grammatiche generative che “fanno un uso infinito di mezzi finiti” e che esprimono la ‘forma organica’ del linguaggio umano, “questa meravigliosa invenzione -secondo le parole della Grammaire di Port-Royal- di comporre con venticinque o trenta suoni questa infinita varietà di parole, che, pur non avendo in … Continua a leggere »
Immota manet
Il prima e il poi non sono semplici avverbi temporali ma l’andamento proprio del tempo che è nell’essere delle cose e dei loro stati. Modi di riferimento che preservano anche l’adesso smuovendolo dalla fissità che taluni vorrebbero rintracciare nell’istante. È impossibile viverlo come minuscola quantità irreprensibile al divenire. Esso è il divenire stesso. E contiene il prima e il poi, senza dubbio. E chi ne coltivasse qualcuno dovrebbe confrontarsi con certe fotografie che non sono eternità d’istante, ma sua eternizzazione ovvero realizzazione dell’eternità del καιρός, operazione all’apparenza impossibile. I nostri occhi ci impediscono di fermarlo perché il … Continua a leggere »
Democrazia e cultura umanistica
I molteplici dubbi ed enigmi che la civiltà tecnologica contemporanea suscita riguardano la vita concreta di ciascuno di noi. Un’adeguata consapevolezza critica di ciò che sta avvenendo è dunque più che mai urgente; si assiste, invece, a una “scientifica” distruzione della creatività, dell’immaginazione, della soggettività di un’umanità che diventa sempre più esecutrice passiva di decisioni prese da chi esercita il potere sostenendo che le tecniche e i saperi sono espressione del vero e che le verità, in quanto tali, non possono essere oggetto di discussione né espressione di opinioni.
Questo volume di Marta Nussbaum esprime bene l’esigenza della riscoperta … Continua a leggere »