Recensioni

Giornale di Metafisica 1/2010

Il Giornale di Metafisica venne fondato da Michele Federico Sciacca nel 1946 e, seppur con alterne vicende,  costituisce una delle più costanti e rigorose voci della cultura filosofica italiana ed europea. Al di là  dell’ispirazione, pur sempre presente, del suo fondatore, il GdM ospita infatti saggi e dibattiti che toccano i temi  più attuali della vita e del pensiero e dà spazio a una grande pluralità di voci, posizioni, studiosi. La Rivista  alterna numeri monografici con delle miscellanee. Tra queste, il numero 1/2010 è certamente significativo di un  approccio che parte, sì, dalla metafisica ma la declina in modalità che … Continua a leggere »

Il colore della luna

Scrivere non è un’arte facile, esattamente come il vedere non è un’operazione semplice. Paola Bressan ha saputo  ne Il colore della luna scrivere bene su quest’attività umana apparentemente tanto lineare nel suo automatismo.  I luoghi comuni che sfata, con un linguaggio divulgativo seppur scientifico, divertente seppur serissimo,  comprensibile seppur forbito, sono davvero innumerevoli, a cominciare dal fatto che in realtà se si dovesse  valutare la capacità del sistema visivo umano sulla base della «minuscola parte dello spettro elettromagnetico  che genera in noi sensazioni visive, la luce, […] compresa fra i 380 e i 700 nanometri circa: di fronte alla  vastità … Continua a leggere »

Et voilà i robot

Nunzia Bonifati intervista ingegneri, filosofi, fisici, su uno dei temi essenziali del presente e del futuro. Lega poi tra di loro queste conversazioni in una trama assai piacevole da seguire e sempre chiara nelle sue implicazioni e conseguenze. Ne esce un volume a più voci dal quale emerge la dimensione magmatica della robotica, e cioè di quel sapere all’incrocio tra tecnologia e filosofia che studia lo statuto dell’artificiale, la sua storia, le sue leggi, le sue possibili applicazioni agli ambiti più vari.

Qua e là, nel libro, si avanzano previsioni ancora una volta ottimistiche. Nel 1956 durante la Conferenza di … Continua a leggere »

Per arrivare al Caos che caos!

Se qualcuno nutrisse il desiderio di sapere quale sia stata la ventura delle ceneri di Pirandello, bisognerà che legga l’agile libretto di Roberto Alajmo. Intitolato per l’appunto Le ceneri di Pirandello, il breve testo è ben illustrato da Mimmo Paladino come si trattasse di una favola per adulti consapevoli del potenziale destino tragicomico che sta in agguato alla morte di ciascuno. E in effetti era proprio l’obiettivo originario dell’autore quello di scrivere un libro più vasto per indagare «su quel che ci aspetta dopo la morte» (p. 7)

«L’anima, per quanto mi riguarda, è libera di fare quello che … Continua a leggere »

Céline, gli umani, la medicina

Quarant’anni per imparare a lavarsi le mani. Quarant’anni trascorsero dal momento in cui Ignazio Filippo Semmelweis scoprì la ragione semplice e terribile della febbre puerperale, che falcidiava le giovani madri nei reparti di ostetricia di Vienna: medici e studenti passavano dalla dissezione dei cadaveri all’esame delle puerpere senza lavarsi le mani, infettando di morte la vita nascente, la vita data. Quarant’anni trascorsero per l’accettazione della sua scoperta da parte dell’avanzata e illuminata casta medica europea; quarant’anni che ebbero bisogno di Pasteur e delle sue ricerche sui microbi affinché si raggiungesse la sponda dell’ovvietà: prima di passare a un altro paziente … Continua a leggere »

Dalla scomparsa delle “lucciole” a una politica della sopravvivenza

Tra le diverse costellazioni di pensiero che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del Novecento, è indubitabile che la “condizione postmoderna”, profetizzata a metà degli anni ’70 da François Lyotard –cui faceva eco in Italia il “pensiero debole” di Vattimo e altri–, sia  stata quella che più tutte è riuscita a incidere nella coscienza del tempo, nelle dinamiche culturali ed estetiche di quel tornante di fine secolo, probabilmente perché le plurali tonalità soggettive dell’epoca, contrassegnate dalla percezione di un tramonto delle utopie e di un “senso della fine”, meglio corrispondevano a quella sentenza o “dichiarazione di morte” che sia Lyotard sia … Continua a leggere »

La filosofia come genere letterario

Giorgio Colli indaga nel testo La nascita della filosofia il mistero che ne avvolge le origini, con una logica discorsiva che non lascia scampo al dubbio.  Capovolge la ricerca, rendendo l’ovvio, a cui siamo legati tradizionalmente, un’erma bifronte il cui altro volto risulta parimenti plausibile. La filosofia viene intesa, sì, come “amore della sapienza”, tendenza verso quanto non si possiede ancora, ma non è una sapienza di là da venire, piuttosto già avvenuta e già tramontata.

 

«Amore della sapienza non significava infatti, per Platone, aspirazione a qualcosa di mai raggiunto, bensì tendenza a recuperare quello che già era … Continua a leggere »

Q: l’orgasmo del male

Scrivere una recensione del romanzo Q non è un’impresa facile, perché bisognerebbe decidere quale strada privilegiare, il che implica l’esclusione di molti altri spunti che il romanzo offre al lettore. Quella storica è ovviamente la prima scelta, ma non può essere percorsa senza il risvolto filosofico che essa ispira, alimentata anche dal Luther Blisset Project che ha dato vita al romanzo. Il nome dell’autore è infatti, come tutti sanno, uno pseudonimo collettivo dietro al quale una rete di personaggi reali si era assunta il compito di sbeffeggiare il potere, mostrando falle e disvelando ignobili compromessi.

Q narra la storia di … Continua a leggere »

Husserl, Lezioni sulla sintesi attiva

Le lezioni del 1920/21 a Friburgo sulla logica trascendentale -una logica attenta non soltanto agli aspetti formali ma anche alla profonda interazione tra mente e realtà- si compongono di tre sezioni. Nelle prime due viene analizzata la struttura passiva della conoscenza rispetto al dato, il fatto che gli oggetti si impongano a noi con la forza della loro evidenza. L’ultima è invece dedicata alla dimensione attiva della mente nei confronti del mondo, poiché conoscere non vuol dire soltanto registrare dei dati ma inserirli poi in un contesto di significati che diano loro senso e pregnanza.

Nella loro complessa unitarietà, queste … Continua a leggere »

Lezioni di politica: una proposta didattica e non solo

Concordiamo tutti, insegnanti e non, che l’Educazione civica sia importante al pari di qualunque altra disciplina. Eppure nella scuola è considerata ancella di poco valore della storia. E quando si studia, si studia poco e male, poiché è già debole nella sua base programmatica che prevede lo studio di nozioni aride e decontestualizzate. Questo giustifica l’ignoranza diffusissima sul nostro sistema istituzionale la cui rilevante complessità non invoglia i giovani ad avvicinarsi alla politica e non fa sperare in un apprendimento autonomo. Ai visi basiti di molti studenti alla lettura in classe di un quotidiano, si aggiunge il disorientamento dei docenti … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 -

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