Recensioni
Una stagione al Piccolo
Non l’intera stagione, a dire il vero, ma una selezione degli spettacoli andati in scena nelle diverse sedi del Piccolo Teatro fra il 2009 e il 2010. È questo che vorrei proporre al lettore. Una scelta, quindi, del tutto personale ma che spero darà un’idea della varietà e della ricchezza che caratterizzano da sempre gli spettacoli messi in scena dallo storico teatro milanese. Si va, infatti, dagli autori classici -italiani e stranieri- ad alcuni dei testi più innovativi della drammaturgia europea contemporanea. Anche le scelte registiche sono le più diverse.
Molto tradizionale, ad esempio, la messa in scena del Birraio … Continua a leggere »
Calderara e l’astrattismo
Molto più noto in Olanda e in Germania, Antonio Calderara (1903-1978), nato ad Abbiategrasso -come amava dire, “in Europa”, vissuto a Vacciago di Ameno (Novara) sul lago d’Orta- spinge alla riflessione sulla continuità della ricerca pur distinta in due periodi, il figurativo e l’astratto, da una cesura di ben dieci anni. Nel 1959 abbandona la maniera figurativa iniziata col precocissimo La chiesa di Vacciago, lui appena dodicenne.
Poco, di tale periodo figurativo, risulta documentato nella casa-museo di Vacciago, aperta e preziosa per gli estimatori dell’astrattismo, segnatamente quello razionalista, del peculiare razionalismo di Calderara e di correnti degli anni Cinquanta-Settanta. … Continua a leggere »
Contaminazioni
Contaminare le arti, ibridare le vite, intrecciare i punti di vista, salvaguardare le dinamiche di identità e differenza. Anche questo significa quella parola a volte intimidatrice, altre volte banalizzata, sempre polisemantica, che è cultura. Un’espressione di tale ricchezza è da qualche anno l’iniziativa milanese che sotto la sigla di Arianteo propone da luglio ai primi di settembre una mescolanza feconda e divertente di musica e cinema. Nel bel cortile del Conservatorio «Giuseppe Verdi» un concerto precede infatti ogni sera la visione dei film. Suoni e immagini in questo modo si legano e offrono un’esperienza estetica e concettuale quasi sempre … Continua a leggere »
Donne finte e donne vere
Immaginate di svegliarvi tutte le mattine con uno splendido marito accanto che è anche un gran bell’uomo e che non russa neppure, di essere ricche, bellissime, di avere un lavoro che vi consente di guadagnare e di non timbrare il cartellino, -perché siete scrittrici note- e di avere degli amici sinceri, saggi, anche loro ricchi e sempre disponibili, persino a venirvi incontro nelle vostre esigenze lavorative, persino pronti a sostenervi e a condividere le vostre inquietudini anche quando prendete istantanee decisioni che fino al giorno prima neanche si profilavano all’orizzonte. Certo è difficile poter spingere l’immaginazione così oltre. Eppure non … Continua a leggere »
Et voilà i robot
Nunzia Bonifati intervista ingegneri, filosofi, fisici, su uno dei temi essenziali del presente e del futuro. Lega poi tra di loro queste conversazioni in una trama assai piacevole da seguire e sempre chiara nelle sue implicazioni e conseguenze. Ne esce un volume a più voci dal quale emerge la dimensione magmatica della robotica, e cioè di quel sapere all’incrocio tra tecnologia e filosofia che studia lo statuto dell’artificiale, la sua storia, le sue leggi, le sue possibili applicazioni agli ambiti più vari.
Qua e là, nel libro, si avanzano previsioni ancora una volta ottimistiche. Nel 1956 durante la Conferenza di … Continua a leggere »
Per arrivare al Caos che caos!
Se qualcuno nutrisse il desiderio di sapere quale sia stata la ventura delle ceneri di Pirandello, bisognerà che legga l’agile libretto di Roberto Alajmo. Intitolato per l’appunto Le ceneri di Pirandello, il breve testo è ben illustrato da Mimmo Paladino come si trattasse di una favola per adulti consapevoli del potenziale destino tragicomico che sta in agguato alla morte di ciascuno. E in effetti era proprio l’obiettivo originario dell’autore quello di scrivere un libro più vasto per indagare «su quel che ci aspetta dopo la morte» (p. 7)
«L’anima, per quanto mi riguarda, è libera di fare quello che … Continua a leggere »
Kubrick. Va in scena la fotografia
Diciassettenne, Stanley Kubrick venne assunto dalla rivista , per la quale realizzò dei servizi fotografici che testimoniano della precocità di uno sguardo che attraverso le immagini -immobili o in movimento che siano- è stato capace di cogliere il segreto della vita e delle cose e trasformare il quotidiano in epica. Come per i film, i temi sono i più diversi ma in tutti è assolutamente riconoscibile uno sguardo che disvela, una forza veritativa che coglie l’enigma dentro persone, fatti, oggetti, situazioni, e tale enigma sa portare alla luce, letteralmente. Il gioco delle luci e delle ombre è infatti già cinematografico, … Continua a leggere »
Nabucco, una metafora
Il libretto di Temistocle Solera è un’opera in quattro parti che narra la vicenda di Nabucco, il re assiro, sicuro del proprio dominio sugli Ebrei e sul loro cuore. È infatti convinto che il loro dio li abbia abbandonati. Ma dentro la sua stessa casa è nato un sentimento che porterà il re alla rovina. Sua figlia Fenena è infatti innamorata di Ismaele, nipote di Sedecia, re di Gerusalemme. Un’altra figlia -o almeno creduta tale- di Nabucco, Abigaille, è anch’ella innamorata di Ismaele ma, rifiutata, ha trasformato il proprio amore in odio per Ismaele e Fenena, sino al punto da … Continua a leggere »
Meraviglie del Barocco
Il Barocco è un nome ambiguo. Giunge a noi come perla rara e irregolare (da “barrueco”) o come una figura di sillogismo (da “baroco”). La logica e la fantasia si intrecciano fin dall’etimologia, così incerta che qualcuno risale perfino a remote origini libanesi.
E ambigua era anche l’epoca in cui esso trionfò. Il ‘600 era un insieme disomogeneo di policromie, con i suoi fermenti vitalistici pur nel declino economico, le guerre di religione e i papi innamorati dell’arte (tra tutti, Urbano VIII), il purismo giansenista di Pascal e la ritrovata fiducia del cattolicesimo, rappresentato specialmente dall’ottimismo mondano dei gesuiti.
Il … Continua a leggere »
Oltre i confini dell’Isola
Quando un uomo, da solo sul palcoscenico, riesce a gestire più di due ore di spettacolo, facendo ridere, riflettere, sognare e a volte anche commuovere, è chiaro che si ha davanti quello che Albert Camus definiva l’eroe dell’assurdo: colui che è in grado di vivere più vite possibili senza escatologiche illusioni. Il che non è una rinuncia o una mancanza, piuttosto una ricchezza, consistente nel voler vivere questo tempo “disteso”, che è proprio dell’essere umano, in tutta la sua profondità, senza nulla concedere al caduco. Così ogni istante diventa kairós, pregno del tempo che siamo. Gianfranco Jannuzzo, in Girgenti amore … Continua a leggere »