Recensioni

Operetta in nero

Siamo all’indomani dell’umanità. L’abisso che meticolosamente l’occidentale ha costruito nella totale inconsapevolezza ha inghiottito inevitabilmente il Mondo. Resta la Terra, due uomini –il generale e Bolla- e la loro ombra –Mephisto- che dice di loro quello che loro non sanno di sé. Lo fa cantando musica pop «colonna sonora della nostra vita attuale», parlando inglese, «la lingua dell’impero», e «indossando l’abito talare, perché rappresenta la religione del nostro tempo ovvero l’Ego come sistema di sopruso per gli altri»1. Nanni Balestrini nel libretto di scena avvertiva lo spettatore: «quando entrerete nel teatro, superata la biglietteria e il guardaroba, quando … Continua a leggere »

Il Mediterraneo a Genova

L’impressionismo non è una corrente artistica, almeno non solo. È evidentemente un modo di sentire, un nostro quasi congenito attaccamento alla superficie luminosa delle cose. I pittori impressionisti sono sempre al top delle classifiche degli artisti più visti. Forse non esiste persona, nel lato civilizzato del mondo –e questo è davvero significativo– che non sappia dire che Monet era impressionista e che non sappia riconoscere un quadro impressionista quando lo vede. Certo, il soggetto potrebbe cogliere in fallo: di laghi ce ne sono tanti nella pittura, così come di alberi, di rocce, di feste contadine… Ma quella pennellata di colore … Continua a leggere »

Io ricordo

Io ricordo è un film documentario del 2008 del regista Ruggero Gabbai. Il trait d’union dei delitti di mafia, presentati sotto forma di intervista ai familiari delle vittime, è la storia di un padre che decide di parlare al figlio Giovanni della mafia anche per spronarlo a non subire passivamente gli atteggiamenti antisociali di un compagno di scuola.

Heidegger, in Essere e tempo, ha spiegato come l’uomo tenga presente la morte in modo inadeguato. Appartiene a un “si” anonimo, che sembra non aver nulla a che fare con noi. La quotidianità elude il nostro esser-per-la-morte, non lo prende sul … Continua a leggere »

Argonauti del Pacifico occidentale

«Per giudicare qualcosa, bisogna essere sul posto»: questa era una delle tesi principali che Malinowski cercò di esprimere con l’opera probabilmente più grande e importante della sua vita. La ricerca sul campo che Malinowski proponeva non aveva assolutamente l’intenzione di seguire le orme di quelle precedenti, anzi il suo metodo, del tutto innovativo per il tempo, prevedeva, per la prima volta, una commistione tra lo studioso e l’oggetto di studio invece che la solita analisi distaccata ed estranea, tipica dell’antropologia precedente. Così, mentre in Europa imperversava la seconda guerra mondiale, l’antropologo abbandonava la realtà delle bombe e dei cingolati per … Continua a leggere »

Tempo genetico e memoria

Ciò che il corpomente memorizza istante dopo istante, incontro dopo incontro, pensiero dopo pensiero, non sono degli eventi ma dei significati, è il senso che noi attribuiamo agli eventi. Schopenhauer ha ragione: «il mondo in cui un uomo vive dipende anzitutto dal suo modo di concepirlo […] Quando ad esempio degli uomini invidiano altri per gli avvenimenti interessanti in cui si è imbattuta la loro vita, dovrebbero piuttosto invidiarli per la dote interpretativa che ha riempito siffatte vicende del significato, quale si rivela attraverso la loro descrizione»1. È altrettanto vero che questa capacità di interpretare gli eventi che … Continua a leggere »

Il Gesù di Pietro Barcellona

«Sono stato affettivamente colpito dal Vangelo di Gesù Cristo e dalla sua predicazione nella terra di Galilea. La nascita di Cristo è, infatti, una rottura epocale rispetto al tradizionale modo di vedere il rapporto fra Dio e mondo, fra divino e umano, una discontinuità assoluta rispetto a tutte le ipotesi di configurazione del Dio delle religioni» (p. 26). Dichiarazioni – o meglio, agostinianamente, ‘confessioni’ – di questo tenore non mancano nella letteratura e nella cronaca della nostra epoca. Calciatori promettenti e attrici non proprio castigate, per non parlare di artisti e scrittori in fin di vita, ogni tanto sorprendono il … Continua a leggere »

10 (+ 1) motivi per leggere 101 Storie di mafia

Si possono elencare svariate ragioni che rendono utile, anzi necessaria, nonché gradevolissima, la lettura dell’ultimo libro di Augusto Cavadi. Potrei persino trovarne 101, di queste ragioni. Ma tenterò di essere convincente con un semplice decalogo.

1. Questo libro va letto perché ci ricorda che il problema più grosso della Sicilia è la mafia. Ce lo ricorda in un momento storico in cui è forte, di nuovo, il rischio di credere invece che la vera piaga della nostra isola sia il traffico, come proclamato dallo zio di Johnny Stecchino. Il testo, attraverso 101 storie legate dal filo rosso della variegata e … Continua a leggere »

La porta è aperta. Vita di Goliarda Sapienza

 

 

Molti di coloro che leggono la biografia di un romanziere hanno l’obiettivo, spesso neanche consapevole, non soltanto di ritrovare il narratore che amano, ma anche di poterlo “avvicinare” -più che conoscere- nonostante la barriera del tempo. Potrebbe essere deludente –e spesso lo è- se il biografo dimentica questo aspetto importante e scrive soltanto con sentimento scientifico. Insomma, è essenziale che l’interesse “umano” sia primariamente dell’autore del testo. Questa breve premessa è necessaria per introdurre la biografia di Goliarda Sapienza di Giovanna Providente che, mi si permetta l’entusiasmo, è davvero un capolavoro del genere letterario.

«Nel raccontare persone e … Continua a leggere »

Donne senza uomini

Shirin Neshat è una fotografa e filmaker di origini persiane, il cui impegno professionale è essenzialmente rivolto a mostrare l’altro lato della verità, quello meno noto o soltanto intuito, attraverso la potenza delle immagini. La video-mostra Women without men è tratta dall’omonimo film del 2009. Le cinque installazioni esposte a Palazzo Reale riprendono, però, liberamente dal lungometraggio o forse conservano la struttura originaria, in cui le storie erano cinque e non quattro. La Neshat, infatti, aveva lavorato sull’opera a cominciare dal 2004, ispirandosi al romanzo della scrittrice Shahmush Parsipur in cui si racconta della resistenza opposta da una parte del … Continua a leggere »

La donna che canta

Può il paradigma greco giungere pressoché intatto sin nel cuore della contemporaneità? Può la forza del mito/tragedia evocare gli eventi del presente sino a stendere su di essi il disvelamento più crudo e nello stesso tempo più poetico? Può Sofocle farsi ironia nella Morte della pizia di Dürrenmatt o violenza in un film come Incendies (Incendi), rimanendo in entrambi i casi esatto come un teorema matematico?

Cristiana libanese, la giovanissima Nawal Marwan disonora il suo clan avendo un figlio da un rifugiato palestinese musulmano. Bambino che è costretta a lasciare in orfanotrofio. Quando esplode la guerra civile, Nawal vi partecipa … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 - Rivista scientifica per l’Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche.

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