Autori

Giuseppe Abamonti, un repubblicano tra Oneglia, Milano e Napoli

“Il filosofo deve volere la rivoluzione per tutti,

e non solamente per sostituire una classe all’altra,

e sopra tutto deve prevenire

che i privilegi ridicoli della nascita

non siano rimpiazzati

dalla distinzion più odiosa della ricchezza.”

Nel terzo numero di Vita pensata avevamo rievocato la figura di Michele De Tommaso, segnalandone l’opera. In quell’articolo, si ricordava, tra i patrioti fuggiti da Napoli e venuti a Oneglia, dove avrebbero collaborato con Filippo Buonarroti tra il 1794 e il 1795, Giuseppe Abamonti, noto anche come Giuseppe Abbamonte o Giuseppe Abbamonti.

Di questo altro importante esponente del giacobinismo meridionale, cui va riconosciuto un … Continua a leggere »

Antonia Pozzi

È passato quasi un anno da quando ho “conosciuto” Antonia Pozzi e ascoltato questi suoi versi:

Ti do me stessa,/ le mie notti insonni,/ i lunghi sorsi/ di cielo e stelle – bevuti/ sulle montagne,/ la brezza dei mari percorsi/ verso albe remote./ Ti do me stessa,/ il sole vergine dei miei mattini/ su favolose rive/ tra superstiti colonne/ e ulivi e spighe/ […]/ E tu accogli la mia meraviglia/ di creatura,/ il mio tremito di stelo/ […]/ piegato al vento/ limpido – della bellezza/

La poetessa nasce a Milano il 13 febbraio 1912 in una famiglia dell’alta borghesia meneghina … Continua a leggere »

Spinoza: ‘sapere’ e ‘credere’

Uno sguardo alla situazione attuale

Nella cultura cristiana –in particolare cattolica– si è ritenuto pacifico, almeno dall’Alto Medioevo in poi, che la sequela di Cristo fosse prima di tutto ed essenzialmente accettazione fiduciosa della sua rivelazione su Dio, sull’uomo e sulla storia. E che solo dall’accettazione di tanto autorevoli informazioni meta-fisiche (in parte raggiungibili dal retto uso della ragione, in parte eccedenti qualsiasi potenzialità intellettuale naturale) potesse/dovesse derivare una prassi di servizio solidale. La convinzione che la dottrina fondasse la pratica era talmente radicata da giustificare la più severa repressione dell’eresia: come fidarsi del comportamento quotidiano, concreto, effettivo di uno … Continua a leggere »

Giovanni Gentile e la scuola italiana

Giovanni Gentile fu il filosofo-pedagogista che maggiormente ha influenzato la realtà della scuola italiana nel secolo XX e in questo esordio del successivo: le Ministre Moratti e Gelmini hanno ripreso, più o meno esplicitamente, l’archetipo gentiliano. L’entità degli effetti si vedrà fra non molto.

Di tale ripresa si possono focalizzare tre motivi:

  1. Gentile è l’autore dell’unica riforma integrale ed epocale che vi sia stata nella scuola italiana durante il secolo scorso.
  2. Molti aspetti della mentalità gentiliana (più ancora che del pensiero filosofico e pedagogico: il riferimento è soprattutto nel perdurare del modello di insegnante che Gentile configurò nei suoi scritti
Continua a leggere »

Mere Christianity: conversando con C.S.Lewis

Dal 1942 al 1944 C.S.Lewis (1898-1963) tenne una serie di conversazioni radiofoniche sul cristianesimo e la sua essenza, o meglio, come dice lo stesso titolo del libro edito nel 1952 che le riunì tutte ampliate e riviste, “sul cristianesimo così com’è”, mere christianity1. L’intervento di Lewis sulla religione cristiana non appare legato a un intento didattico-pedagogico o catechetico, anzi, come dice l’Autore, mosso dal progetto di illustrare «le convinzioni che sono state comuni in ogni tempo a quasi tutti i cristiani» (p.12); di presentare «un cristianesimo consensuale, comune, centrale, un cristianesimo ‘puro e semplice’» (p.15). Per raggiungere quest’obiettivo … Continua a leggere »

Antonio Calderara, artista e personaggio

Lo si vedeva in via Montenapoleone a Milano, come un signore d’altri tempi, dandy di un dandismo particolare, che lo metteva comunque al di fuori dallo schema obsoleto del perdigiorno, Signore borghese a spasso nel centro della città.

Antonio Calderara era anche all’apparenza, classico e trasgressivo al contempo. In inverno, chiuso nel cappotto di cammello a doppiopetto, la zazzera bianca, i baffi risorgimentali. La sua figura era completata da un bassotto in tinta al cappotto. Entrava nelle gallerie, allora tutte concentrate nelle vie del centro, con il suo elegante accompagnatore, una virgola. All’angolo di via Rossini con via S.Spirito c’era … Continua a leggere »

Arnold Gehlen, natura e istituzioni

Arnold Gehlen (1904-1976) è convinto che una scienza dell’uomo, nel significato più ampio e insieme rigoroso, sia possibile. Tale scienza ha tra i suoi compiti quello di oltrepassare le diverse forme di dualismo, le vuote dicotomie di corpo e anima, materia e spirito, valutando il pensare e la fisicità «come reciprocamente presupponentesi e inclusi l’uno nell’altro» (US, § 1, 14)1. Anche la naturalità e la tecnicità dell’essere umano appaiono per ciò che davvero sono: la stessa struttura declinata in forme diverse. L’uomo è infatti tecnico per essenza, è un essere culturale che trova nell’artificio, nella formalizzazione, nello iato … Continua a leggere »

Diacinto Cestoni
Uno speziale sei-settecentesco tra invisibilità e riscoperta storiografica

Il caso di Diacinto Cestoni (1637-1718) appare esemplare rispetto al fine di valutare e comprendere ragioni, forme e caratteristiche degli spazi di invisibilità nel dibattito naturalistico italiano da metà Seicento sino all’istituzionalizzazione delle scienze della vita all’inizio dell’Ottocento. Un primo dato evidente è l’invisibilità storiografica di Cestoni. A tutt’oggi la sua figura è stata fatta oggetto di un profluvio di scritti eruditi volti a valorizzarla come gloria locale o composti da studiosi dediti alla professione medica o a scienze affini, cultori dilettanti della storia della propria disciplina, che ne hanno compreso, alla luce delle proprie competenze, l’originalità scientifica, ma che … Continua a leggere »

Michele De Tommaso
Filosofo, scienziato, architetto

Con la considerazione, sempre più insistita, dell’importanza di meglio sviluppare gli studi storici nel vissuto dei contesti territoriali, coniugando la scansione dei grandi eventi con le peculiari vicende della storia locale, una figura come quella di Michele De Tommaso risulta davvero emblematica di quanto era solito sostenere Franco Venturi a proposito della inseparabilità delle radici locali e delle più importanti idee maturate sotto il cielo d’Euaropa tra Sette e Ottocento.

Venuto in Liguria nel 1794 da rifugiato per scampare alle persecuzioni borboniche, egli, tolti alcuni periodi di assenza forzata, trascorse il resto della sua vita -più di trent’anni- tra Oneglia … Continua a leggere »

Elias Canetti, il nemico della morte

Una mostra allestita nel 1995-1996 al Beaubourg aveva come titolo Elias Canetti,  l’ennemi de la mort. Una inimicizia che parte tuttavia dalla constatazione, fredda e insieme partecipe, che la volontà di morte «si trova davvero ovunque, e non è necessario scavare molto nell’uomo per trarla alla luce»1. L’indagine condotta da questo scrittore indefinibile -narratore, filosofo, sociologo, antropologo?- sulla potenza delle forze che guidano gli esseri umani è un tentativo di spiegare la vita che è destinata a finire e la morte che ci deve trovare vivi. Una lucidità assoluta guida Canetti in quel «mondo senza testa» nel … Continua a leggere »

Accedi | Gestione | Alberto Giovanni Biuso e Giusy Randazzo © 2010-2024 - Periodico - Reg. Trib. Milano n. 378 del 23/06/2010 - ISSN 2038-4386 -

Free hit counters