Né il vero né il falso, semmai l’irreale: quali esperienze musicali nel mondo post-covid?
Abstract
La musica è forse l’espressione più spontanea ed ineffabile dell’attività psichica umana, e pur- tuttavia potente è la sua capacità di dispiegare argomenti e di suscitare “affetti”. Come altri ambiti della vita, è oggetto di aggressione da parte del biopotere contemporaneo, subendo oggi pesanti forme di omologazione/selezione/cancellazione di significati e contesti linguistici ed espressivi. La denuncia di un tale stato di cose offre anche un’occasione per avviare una rifles- sione sulle dimensioni generatrici di significato dell’esperienza musicale e su come la creazione musicale possa tornare a parlare di cose umane, ripensando ciò che rischiamo di perdere della nostra tradizione culturale e ritrovando così un colloquio con la storia.
Music is perhaps the most spontaneous and ineffable expression of human psychic activity, and yet powerful is its ability to unfold arguments and arouse “affects”. As with other spheres of life made the object of aggression by contemporary biopower, it now suffers heavy forms of homologation/selection/deletion of meanings and linguistic and expressive contexts. The denunciation of such a state of affairs also offers an opportunity to initiate a reflection on the meaning-generating dimensions of musical experience and how musical creation can return to talk about human things, rethinking what we are in danger of losing from our cultural tradition and thus rediscovering a dialogue with history.
Parole chiave
intrattenimento, digitalizzazione, esperienza musicale, azione, temporalità
entertainment, digitization, musical experience, action, temporality
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