La Didattica Digitale Integrata e il fenomeno del cyberbullismo

Di: Elena Ferrara
3 Aprile 2021

 

1. Dal bullismo al cyberbullismo

Nel 2006, quando Facebook muoveva i primi passi e Twitter ancora non c’era, si verifica in Italia il caso di violenza nei confronti di un soggetto affetto dalla sindrome di Down: la videoregistrazione dell’atto illecito nell’ambiente scolastico è oggetto della pubblicazione su YouTube da cui viene rimosso solo a seguito di segnalazione della Polizia Postale circa due mesi più tardi. Sappiamo che solo nel dicembre 2013 (sentenza N. 5107 del 3/2/2014) la battaglia legale intentata dall’Associazione Vivi Down nei confronti di Google per violazione della normativa sulla privacy porta alla nota sentenza della Corte di Cassazione. L’episodio pone le condizioni, improrogabili, perché vengano considerate le nuove forme di prevaricazione tra pari nel digitale: il cyberbullismo.
Senza pretesa di esaustività vorrei ripercorrere i provvedimenti assunti nell’ambito educativo e scolastico in merito al fenomeno del cyberbullismo per comprendere come l’evoluzione di queste strategie di prevenzione possano essere valorizzate dalla Didattica a Distanza e dalla Didattica Digitale Integrata.
La Direttiva n. 16 del 5/2/2007 a firma Ministro Fioroni rappresenta il primo momento di attenzione da parte dell’istituzione scolastica nei confronti del bullismo informatico che viene descritto come segue:

Il comportamento del bullo è un tipo di azione continuativa e persistente che mira deliberatamente a far del male o danneggiare qualcuno. La modalità diretta si manifesta in prepotenze fisiche e/o verbali. La forma indiretta di prevaricazione riguarda una serie di dicerie sul conto della vittima, l’esclusione dal gruppo dei pari, l’isolamento, la diffusione di calunnie e di pettegolezzi e altre modalità definite di “cyberbullying” inteso quest’ultimo come particolare tipo di aggressività intenzionale agita attraverso forme elettroniche. Questa nuova forma di prevaricazione, che non consente a chi la subisce di sfuggire o nascondersi e coinvolge un numero sempre più ampio di vittime, è in costante aumento e non ha ancora un contesto definito. Ciò che appare rilevante è che oggi non è più sufficiente educare a decodificare l’immagine perché i nuovi mezzi hanno dato la possibilità a chiunque non solo di registrare immagini ma anche di divulgarle1.

Poche settimane più tardi vengono inviate alle scuole le Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo dei telefoni cellulari del 15/3/20072 da cui si evince il dovere di non utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici durante le attività didattiche e un rimando ai Regolamenti e al Patto di Corresponsabilità di ogni singolo Istituto nel rispetto dello Statuto degli Studenti e delle studentesse (DPR 249/98). Sostanzialmente entrambi i documenti hanno il pregio di porre attenzione sul tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie e dei devices. Anche se in essi emerge una prevalenza di azioni sanzionatorie, vale la pena di sottolineare l’individuazione di strategie di reti interistituzionali mediante la costituzione degli Osservatori Regionali a cura degli Uffici Scolastici Regionali. Alcuni di questi, molto attivi, sono oggi pienamente riconosciuti nell’ambito delle Leggi di prevenzione e contrasto ai bullismi di cui molte Regioni si sono dotate. La tutela dei minori in rete è oggetto della Decisione N. 1351/2008/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 che definisce un Programma comunitario pluriennale per la protezione dei bambini che usano Internet e altre tecnologie di comunicazione. Si affronta la sicurezza in Internet mediante l’attuazione di diverse azioni che «permetteranno di capire meglio gli effetti psicologici, comportamentali e sociologici delle tecnologie in linea sui bambini, che vanno dagli effetti dell’esposizione a contenuti e comportamenti dannosi a pratiche come il grooming e il bullismo in linea, presenti su diverse piattaforme, dai computer e i telefoni cellulari alle console di gioco ed altre tecnologie emergenti»3.
L’adesione dell’Italia al Programma si realizza con il progetto Generazioni Connesse4 del MIUR nell’ambito del programma Connecting Europe Facility.  La celebrazione italiana del Safer Internet Day avviene nel febbraio del 2012 e conserva una proficua continuità, come testimonia il sito del Ministero, fino ai giorni nostri. A livello parlamentare, nell’ambito della Commissione Bicamerale Infanzia e adolescenza, emerge il tema dei rischi della rete nell’Indagine conoscitiva sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione del 2011. Si nota, però, una mancata considerazione dei minori in Internet quali produttori di contenuti (nella fattispecie di contenuti lesivi della dignità altrui). La protezione nei loro confronti è infatti incentrata sul ruolo passivo di vittime «della pedopornografia on line e dei connessi fenomeni dell’abuso sessuale su minori e della prostituzione minorile»5.  Il fenomeno delle prevaricazioni fra pari in rete emergerà, invece, in modo significativo nelle audizioni della medesima Commissione Bicamerale durante l’Indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio minorile (2014) in cui «il tema della povertà relazionale e affettiva si pone in stretta correlazione con il fenomeno del cyber bullismo, un tema che, nel periodo storico, attuale andrebbe affrontato come una priorità»6. In Senato, infatti, il tema è all’ordine del giorno. A seguito di un’indagine conoscitiva, di cui sono stata referente nella Commissione Straordinaria Diritti Umani, è in itinere il DDL 1261 Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Depositato in Senato nel gennaio 2014 sarà approvato all’unanimità il 17 maggio 20177. Durante questi anni di iter parlamentare il fenomeno assume rilevanza nella quotidianità della vita dei ragazzi che sui Social Network incorrono, spesso inconsapevolmente, in atti di prevaricazione, umiliazione e offese fortemente pervasivi per l’amplificazione determinata dal web. Atti dalle conseguenze spesso drammatiche. L’età dei minori coinvolti si abbassa terribilmente ed è chiaro a tutti che la carenza formativa nell’uso delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sia alla base di un utilizzo distorto e irresponsabile. La Ministra Giannini promuove nell’aprile del 2015 le Linee di Orientamento per azioni di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyberbullismo8. La Legge 107/15 di riforma del sistema scolastico indica specifici obiettivi rivolti all’utilizzo consapevole di Internet e dei Social Network guardando ai nuovi bisogni formativi di cittadini digitali fruitori e produttori di contenuti nel web. Il nuovo Piano Nazionale Scuola Digitale viene potenziato anche in relazione allo sviluppo di competenze critiche responsabilizzando gli studenti a un uso consapevole delle tecnologie. Nell’ambito del Safer Internet Day nel febbraio del 2017, la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli istituisce la prima Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola. A seguito dell’approvazione dell’entrata in vigore della Legge 71/2017, nell’ambito del Piano Nazionale dell’Educazione al Rispetto, viene promulgato l’aggiornamento delle Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo9. L’impegno del MIUR si rivolge anche all’aggiornamento dell’utilizzo degli strumenti digitali e nella primavera del 2018 viene promosso il Decalogo Dieci punti per l’uso dei dispositivi mobili a scuola BYOD – Bring your own device10.
Esperienza molto significativa, anche per il coinvolgimento di un centinaio di qualificati addetti ai lavori, è rappresentato dal Sillabo-Educazione Civica Digitale che risulterà essere un documento importante nell’elaborazione del curriculum di cittadinanza digitale. Circa il nostro merito risulta rilevante il paragrafo relativo alla dimensione della socialità:

Lo sviluppo di competenze relazionali e comunicative sui media, soprattutto digitali, richiede una riflessione sulle strategie comportamentali positive, la conoscenza di netiquette, l’uso di un linguaggio non ostile e la capacità di sfruttare le potenzialità di collaborazione e creazione di comunità offerte dalle tecnologie. Occorre inoltre comprendere come i media siano un luogo dove gestire in misura crescente la diversità – anche attraverso la capacità di affrontare trolling, hate speech e cyberbullismo – sviluppando comportamenti consapevoli e una piena comprensione del ruolo delle azioni individuali (o della loro assenza)11.

Durante il Safer Internet Day del 2019 vengono presentate le Linee guida per l’uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole. Obiettivo del documento «è quello di fornire dei principi guida ai quali attenersi per la realizzazione di iniziative nelle scuole, finalizzate a promuovere un uso positivo e consapevole delle Tecnologie Digitali da parte dei più giovani, e/o finalizzate a prevenire e contrastare situazioni di rischio online»12. Tra le situazioni di rischio ovviamente il cyberbullismo. La Legge 92/2019 recante Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica prevede, all’art. 5, l’educazione alla cittadinanza digitale. Non entra in vigore in tempo utile per l’anno scolastico 2019/20. Tutto rinviato all’anno successivo. Mentre si attendono gli aggiornamenti delle Linee di orientamento per la prevenzione del cyberbullismo– che la Legge 71/2017 prevede vengano rivisitate ogni due anni –, mentre si attendono le Linee guida sulla legge 92/2019 che usciranno nell’estate 2020… la scuola viene chiusa per la pandemia.

 

2. Il cyberbullismo al tempo del Covid

Nel Marzo 2020 si chiudono le scuole e il digitale diventa la nuova dimensione di apprendimento e per gli studenti l’unico contesto relazionale al di fuori della famiglia. Certo nessuno lo poteva immaginare, con il senno di poi, ammettiamolo, si sarebbe potuto premere un po’ di più sull’acceleratore dell’utilizzo delle tecnologie e sulla media education. Avremmo potuto sviluppare gli anticorpi necessari per evitare di cadere nella Rete! Avremmo dovuto, tutti noi adulti, a cui in teoria spetta il buon esempio, vincere la battaglia culturale contro i linguaggi d’odio e contro gli atti persecutori in rete.
Da diversi anni, fortunatamente, le autonomie scolastiche hanno attivato percorsi di prevenzione e contrasto al fenomeno delle prevaricazioni tra pari: è stato nominato il referente per il cyberbullismo ed è stato costituito il team per il trattamento delle segnalazioni e degli episodi, come previsto dalla Piattaforma Elisa; sono state approvate dagli organi collegiali le modifiche ai Regolamenti di Istituto e al Patto di corresponsabilità. Purtroppo nessuno dei Ministri all’Istruzione che si sono succeduti dal 2018 ha relazionato alle Camere sullo stato di attuazione della Legge 71/2017, una previsione che aiuterebbe a monitorare l’efficacia della norma che purtroppo non è stata ancora attuata in tutte le sue misure. Peccato. Avremmo potuto “vaccinare” la scuola allontanando in modo più determinato il virus dell’uso scorretto della rete prima di chiuderci tutti nelle nostre case affidandoci al digitale.
Certamente la scuola ha affrontato il traumatico passaggio al digitale nei mesi della Didattica a Distanza e i problemi sono stati tanti a cominciare dalla fornitura dei device e dai problemi di connessione. Non è stato facile soddisfare il diritto all’accesso a Internet dall’oggi al domani. Oggi, a un anno di distanza dalla prima ondata, la chiusura di tutte le scuole è di nuovo una realtà per molte Regioni. Con l’anno scolastico in corso sono vigenti le Linee Guida per la progettazione del Piano scolastico per la didattica digitale integrata (DDI) destinate in particolare alle scuole secondarie di II grado, in modalità complementare alla didattica in presenza, ma valide per tutte le istituzioni scolastiche di qualsiasi grado, quando si rende necessario sospendere le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche. Sul fenomeno del cyberbullismo troviamo la seguente indicazione: «Anche il Regolamento di disciplina degli studenti e delle studentesse della scuola secondaria sarà integrato con la previsione di infrazioni disciplinari legate a comportamenti scorretti assunti durante la didattica digitale integrata e con le relative sanzioni. Le istituzioni scolastiche dovranno porre particolare attenzione alla formazione degli alunni sui rischi derivanti dall’utilizzo della rete e, in particolare, sul reato di cyberbullismo. Le scuole inseriscono infine, nel Patto educativo di corresponsabilità, un’appendice specifica riferita ai reciproci impegni da assumere per l’espletamento della didattica digitale integrata»13.

Grafico 1

A nuove metodologie didattiche corrispondono nuove sanzioni. Forse nella fretta, però, il cyberbullismo è diventato reato tout cour. Vale la pena di riferirsi alla definizione individuata dalla Legge nazionale che identifica una serie di condotte che integrano reati quali oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, accesso abusivo ad un sistema informatico14. È facile riscontrare scarsa attenzione nell’appropriatezza dell’uso del termine e questo sottende una inadeguata conoscenza del fenomeno. Per esempio, non è stato infrequente l’uso improprio del termine cyberbullismo riferito a comportamenti verificatisi proprio in questi lunghi mesi di didattica digitale, relativi a offese o diffamazioni online, da parte di studenti nei confronti di docenti. Condotte assolutamente disdicevoli rientranti nella fattispecie di oltraggio a pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, art. 341-bis del Codice Penale. Qual è la situazione del cyberbullismo al tempo del COVID-19? Durante il Safer Internet Day, la Ministra Azzolina ha reso noti gli esiti del sondaggio che come ogni anno Generazioni Connesse elabora per l’occasione (Grafico 1). Il dato è riferito alla percezione del fenomeno. Possiamo notare che la percezione del fenomeno del cyberbullismo è aumentata e ritengo che questo sia un dato che ci potevamo attendere. È un risultato da interpretare esclusivamente in modo negativo? Forse i ragazzi hanno sviluppato qualche antivirus in più? Stanno riflettendo sulla loro socialità? Consideriamo anche il dato positivo sulla solidarietà, un elemento emerso anche in altre indagini15. Sappiamo quanto, in particolare gli studenti delle secondarie di secondo grado, stiano vivendo questo periodo così prolungato con difficoltà, una fase critica in cui spesso il disagio si fa palpabile (Grafico 2).

Non solo le famiglie e le scuole, ma le strutture sanitarie stanno lanciando un allarme sullo stato psico-fisico dei giovani adolescenti. Molti sono i docenti che hanno utilizzato proprio questo periodo per affrontare il tema del cyberbullismo e per mettere in atto le strategie di prevenzione universale e indicata nel caso di episodi verificatisi. Assai diffuse sono le attività di media education dedicate alla cittadinanza digitale consapevole, esperienze sempre apprezzate dagli studenti che ne riconoscono l’impatto con la propria quotidianità. È infatti percepibile, dai tanti progetti e dalle produzioni creative, come il coinvolgimento e la partecipazione inneschino la volontà di mettersi in gioco per sensibilizzare rispetto ai pericoli online, piuttosto che svolgere attività di peer education con lo scopo di intervenire attivamente per evitare episodi sgradevoli.

Grafico 2

In questo senso gli aggiornamenti delle Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto di fenomeni di bullismo e di cyberbullismo emanate in occasione del SID 2021, rappresentano una implementazione di strumenti e buone pratiche. Esse sviluppano, coerentemente con Piattaforma Elisa, aspetti relativi alle strategie anti bullismo con indicazioni di procedure operative per elaborare azioni efficaci; invitano alla costituzione dei Team antibullismo e per l’emergenza come nuclei di lavoro all’occorrenza integrati con i servizi territoriali e le reti di scopo; suggeriscono protocolli di intervento e ribadiscono compiti e ruoli di tutte le componenti della scuola, compresi gli studenti16. Salta all’occhio che questo aggiornamento non affronti il tema del fenomeno con la lente della nuova dimensione pandemica. Per esempio, il problema delle segnalazioni patisce il fatto che gli studenti non siano a scuola dove le strategie di raccolta delle segnalazioni (al docente referente, allo sportello, al compagno peer educator) possono essere più consolidate. Oggi la sofferenza della vittima potrebbe essere ancor più difficile da intercettare e l’isolamento potrebbe inibire le azioni di supporto. Insomma, ancora una volta il rischio è di rincorrere la realtà.
Una realtà, quella della scuola al tempo della pandemia, che ci mette di fronte a nuove disuguaglianze e a nuove fragilità a cominciare dagli studenti con bisogni educativi speciali o penalizzati dalle condizioni di deprivazione socio-economica.
Sta a tutti noi far fronte ai nuovi fenomeni della dimensione onlife dei nostri studenti con grande senso di responsabilità. Dentro e fuori la scuola, solo un rinnovato approccio pedagogico basato sui valori dell’inclusione e della solidarietà può far fronte alla sfida educativa nell’era digitale resa ancora più stringente dall’isolamento sociale. Lo dobbiamo fare tutti insieme accompagnando i nostri bambini e ragazzi verso un ruolo attivo di cittadini digitali autodeterminati, fruitori e produttori critici e responsabili nel costruire un’ecologia sociale dell’ambiente digitale.

 

Note

1 «Premessa: espressioni del fenomeno dentro e fuori la scuola», in Direttiva Ministeriale 5 febbraio 2007, n. 16.

2 Direttiva n. 30 del 15.03.2007 recante Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di “telefoni cellulari” e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti.

Azione 4 (Creazione di una base di conoscenze), n. 6 (Migliorare la conoscenza degli effetti sui bambini dell’uso di tecnologie esistenti ed emergenti), della Decisione N. 1351/2008/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 relativa a un programma comunitario pluriennale per la protezione dei bambini che usano Internet e altre tecnologie di comunicazione.

4 https://www.generazioniconnesse.it/

5 «4. Spunti di intervento per una migliore tutela dei bambini e dei ragazzi» in Indagine conoscitiva sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione. Indagine conoscitiva sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione, Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza resoconto di mercoledì 21 settembre 2011- Esame del documento conclusivo.

6 «Il fenomeno del cyberbullismo» in Indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio minorile, Documento conclusivo (Approvato nella seduta di martedì 16 dicembre 2014 – Doc. XVII-bis N. 2), p. 53.

7 Cfr. Legge N. 71 del 29 maggio 2017 recante Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (GU Serie Generale n.127 del 03-06-2017).

8 Linee di orientamento per azioni di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, Nota MIUR del 15.04.2015.

9 Aggiornamento. Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, emanate il 27 ottobre 2017, consultabile all’indirizzo web (ultima visita 14 marzo 2021):

https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Linee+Guida+Bullismo+-+2017.pdf/4df7c320-e98f-4417-9c31-9100fd63e2be?version=1.0&t=1509123929111

10 Dieci punti per l’uso dei dispositivi mobili a scuola BYOD – Bring your own device, decalogo MIUR (2018), consultabile al sito web (ultima visita 14 marzo 2021):

https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Decalogo+device

11 Educazione civica digitale, ecd.generazioniconnesse.it, p. 13, consultabile al sito web (ultima visita 14 marzo 2021): https://www.generazioniconnesse.it/site/_file/documenti/ECD/ECD-sillabo.pdf

12 Linee guida per l’uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole, Generazioni connesse, Safar Internet Document, p. 2, consultabile al sito web (ultima visita 14 marzo 2021):

https://www.generazioniconnesse.it/site/_file/documenti/SID_2019/Linee-Guida-FINALI.pdf

13 Linee guida per la Didattica Digitale Integrata, emanate con DM N. 89/2020, Allegato A, p. 6.

14 Si veda a tal proposito (ultima visita 31 marzo 2021): https://www.poliziadistato.it/articolo/386059ab14f2ceb253541760

15 Si veda a tal proposito, IPSOS per Save The Children – dicembre 2020.

16 Cfr. Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo, Decreto Ministeriale 13 gennaio 2021, N. 18.

 

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