Il sogno lucido
Da quando è uscito il film Inception si sente spesso parlare di sogni lucidi. Dato che l’argomento mi interessa, ne ho parlato con un mio amico, Paolo, che anni fa era un buon onironauta. Pur non essendo uno specialista, ha saputo darmi delle spiegazioni molto interessanti.
Il sogno lucido è un tipo di sogno nel quale si ha la consapevolezza di trovarsi nel mondo onirico e, di conseguenza, si ha pieno controllo di sé e del mondo circostante. A tutti noi è successo di rendersi conto di essere in un sogno, ma quasi mai riusciamo a evitare che tutto sfumi fino a che ci svegliamo.
Il sognatore lucido, o onironauta, riesce a auto indursi dei sogni in cui la parte conscia del cervello è sveglia, e questo gli da la possibilità di affacciarsi in una nuova dimensione, in cui le sue azioni non avranno nessuna ripercussione e tutto dipende dalla sua mente: è come un videogioco straordinariamente vivido, a volte anche più verosimile della realtà stessa.
Ci sono molti modi per capire se si è in stato di veglia o se si sta dormendo: in un sogno gli oggetti tecnologici non funzionano correttamente, quindi se vogliamo spegnere la luce non ci riusciamo, non possiamo nemmeno guidare la macchina, usare il computer, leggere un orologio digitale, le piccole scritte cambiano e sono difficilmente decifrabili, le mani spesso non hanno il corretto numero di dita, la gravità è diversa. L’azione di controllare se ci si trova nel mondo reale o meno è detta reality check, e si può compiere attraverso piccoli gesti che bisogna abituarsi a fare molte volte al giorno, così che diventino talmente automatici da essere ripetuti anche nei sogni; se ci rendiamo conto di essere nel mondo onirico, riusciamo a prendere il controllo della realtà nella quale ci troviamo, se non ci emozioniamo al punto di svegliarci. Oltre a quelli che riguardano gli oggetti tecnologici, ci sono dei reality check molto più semplici, come tapparsi il naso o chiudere gli occhi: nel sogno la respirazione non dipende dal naso, così come la vista non dipende dagli occhi, così è possibile vedere a occhi chiusi e respirare a naso tappato.
Con il reality check si assume la coscienza dello stato in cui ci si trova quando il sogno è già in corso, ma esiste un’altra tecnica, detta wild, con la quale si entra direttamente nel sogno, mantenendo sveglia la parte conscia del cervello: in questo modo si riesce ad avviare il sogno già in piena consapevolezza. Questo può portare a provare delle sensazioni impressionanti nel passaggio dal sonno alla veglia: non ricevendo più impulsi sensoriali, il cervello comincia a crearli, così si può avere la sensazione di essere toccati da qualcuno nel letto, o di precipitare nel vuoto, o può capitare di sentire dei suoni metallici. Mentre ci addormentiamo in realtà accadono sempre fenomeni di questo tipo, ma noi non ce ne accorgiamo perché non siamo lucidi.
Una volta entrati nel sogno, si hanno sensazioni molto vivide, ci si ritrova in una realtà “più reale” di quella della veglia. Ad esempio, se capita di ascoltare una canzone che si conosce bene la si sente con una pienezza di suono e una qualità mai provate, perché il cervello, dopo averla memorizzata perfettamente nella vita di tutti i giorni, ce la può restituire nel sonno epurata da tutti i rumori di contorno e dalle imperfezioni che normalmente distraggono l’orecchio, e lo stesso vale per gli altri sensi, che appaiono potenziati, come sotto l’effetto dei funghi peyote.
Questo nuovo modo di vivere il sogno, come si può intuire, rischia di avere delle ripercussioni negative sulla percezione del reale di chi si affaccia su questi orizzonti: basta navigare sui siti di onironauti per accorgersi che molti perdono i contatti con il mondo, convinti di trovarsi ogni notte in una sorta di iperuranio in cui ogni cosa è nella sua forma più vera e pura, nella quale sono liberi da doveri e da responsabilità e possono costruire un loro universo. C’è anche chi è in grado di ingannare il proprio cervello, creando dei ricordi fittizi con i sogni lucidi, in un processo analogo a quello dell’ipnosi, ma è una tecnica molto difficile e poco praticata.
È anche possibile parlare direttamente con il proprio subconscio: si legge di diversi sognatori lucidi che hanno deciso di “incontrare se stessi” e parlare con la personificazione del proprio subconscio, sentendosi dire cose che non erano stati in grado di ammettere nemmeno con la propria coscienza, o riportando alla luce ricordi che erano stati rimossi. Quello dei sogni lucidi è un mondo straordinariamente vasto, che ci può permettere di entrare nei meandri della nostra mente e di scoprire le insospettabili potenzialità del nostro cervello.
È importante ricordare che il mondo nel quale ci si avventura durante il sonno è stato creato interamente da noi, e, ogni volta che ci svegliamo, cessa di esistere. La dimensione con la quale veniamo in contatto in fase di veglia invece continua a esistere mentre noi dormiamo: il sogno lucido non è da vivere come un mezzo di evasione da una vita che non ci piace, perché non fa altro che riportarci dentro di noi, e noi siamo ciò che siamo grazie alla vita reale, il nostro Io non si sviluppa nel sogno.
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